Descrizione

Il Progetto
Ceas capofila
Fondazione Villa Ghigi, tel. 051 3399084 / 3399120; mail: info@fondazionevillaghigi.it; pec: info@pec.fondazionevillaghigi.it;

web: www.fondazionevillaghigi.it

Responsabile del progetto: Irene Salvaterra, tel. 051 3399084 / 3399120; mail: irene.salvaterra@fondazionevillaghigi.it

Ceas partner
Aree Protette dell’Emilia Occidentale; Rete Reggiana; Aree Protette dell’Emilia Orientale: CEAS Imolese; Centro IDEA; Romagna Faentina; Bassa Romagna; Scuola Parchi Romagna - Pietro Zangheri; Multicentro di Cesena; CEAS Rimini; MUSSS - Sasso Simone e Simoncello; Valmarecchia; Terre Reggiane – Tresinaro Secchia; Di Onda in Onda; La Raganella; BAC Bologna Ambiente Comune; Nonantola e Terre del Sorbara; Foreste Casentinesi; MAUSE Forlì.

Utenza coinvolta e in via di coinvolgimento
Sono iniziate le attività di coordinamento tra i vari Ceas partner e di appoggio, che hanno coinvolto principalmente i responsabili dei Ceas. È stato già realizzato il percorso formativo residenziale di due giorni a Pennabilli, presso il MUSSS del Parco Interregionale Sasso Simone e Simoncello, che ha visto la partecipazione degli educatori ambientali dei Ceas partner e di appoggio e di alcuni coordinatori pedagogici dei servizi di infanzia e nido dei diversi territori. Con le prossime azioni (incontri con la cittadinanza, percorsi formativi per i docenti, sperimentazioni con scuole dell’infanzia e nidi) si prevede di coinvolgere amministratori locali, pediatri di comunità, associazioni, biblioteche, genitori e istituzioni educative (dirigenti, insegnanti, educatori e collaboratori), oltre naturalmente ai bambini.
Per la stesura del progetto operativo sono stati già coinvolti alcuni dirigenti scolastici e diversi insegnanti ed educatori. Almeno indirettamente si prevede di raggiungere in misura più ampi i cittadini del territorio regionale, confidando su un’efficace promozione del progetto ma anche sul passaparola tra insegnanti e genitori e sulla volontà di dirigenti scolastici e amministratori locali di sviluppare anche in altre scuole e luoghi le sperimentazioni in atto.

Dove si svolge il progetto
Le azioni progettuali coinvolgono, tra partner e strutture di appoggio, ben 19 Ceas, distribuiti in modo abbastanza omogeneo tra le varie province, da quelle di Piacenza e Parma (CEAS Aree Protette dell’Emilia Occidentale) a quelle di Forlì Cesena e Rimini. 10 Ceas appartengono alla parte emiliana della regione e 9 a quella romagnola.
Diversi sono i Ceas collegati in modo diretto o indiretto a varie tipologie di aree protette (parchi nazionali, interregionali, regionali, riserve naturali e altre aree protette minori), spesso caratterizzate da territori molto vasti con una popolazione contenuta dislocata in centri abitati in prevalenza di piccole dimensioni. Dall'altro lato esistono diversi Ceas legati a importanti aree urbane, a cominciare dal capoluogo regionale per includere poi Imola, Ferrara, Faenza, Forlì, Cesena, Rimini, un paio di unioni di comuni della pianura modenese. Nel complesso si tratta di un campione piuttosto rappresentativo della nostra regione, che va dalle situazioni decisamente montane a quelle collinari e tipiche della pianura, con centri abitati di varie grandezze.

Contesto del progetto
Nel territorio regionale sono attivi progetti di outdoor education in nidi e scuole dell’infanzia comunali, statali e private, condotti direttamente dai Ceas o gestiti da associazioni e cooperative presenti sul territorio che con essi collaborano. Tutti i Ceas coinvolti nel progetto, in ogni caso, svolgono attività di scoperta della biodiversità e del territorio attraverso uscite didattiche a diretto contatto con la natura, che spesso coinvolgono anche bambini della fascia 3-6 anni. Da parte dei Ceas che partecipano al progetto esiste la volontà di sviluppare le proprie competenze in questa direzione e definire strategie di azione e verifica condivise.
Il progetto punta a fare in modo che i Ceas possano valorizzare le proprie esperienze e peculiarità nel panorama regionale, in un quadro di modalità didattiche innovative che affrontino anche il tema della sistemazione degli spazi verdi scolastici per favorire le pratiche educative outdoor. Per molti Ceas (Rete Reggiana, Terre Reggiane, Raganella, BAC Bologna, Ambiente Comune, Imolese, Centro Idea, Bassa Romagna, Romagna Faentina, Mause Forlì, Multicentro di Cesena, Rimini) è l’occasione per proseguire e sviluppare le esperienze maturate in questi ultimi anni e realizzate insieme ai coordinamenti pedagogici e ai servizi educativi per l’infanzia, con il coinvolgimento delle famiglie e il ricordo a varie collaborazioni, tra cui i corsi di formazione tenuti da Fondazione Villa Ghigi in collaborazione con l’Università di Bologna per il personale di nidi e scuole dell’infanzia. Per i Ceas delle aree protette, inoltre, il progetto è perfettamente in linea con finalità istitutive come l’educazione ambientale, la conservazione e valorizzazione della biodiversità, la formazione e la ricerca. Il progetto è una grande opportunità per sperimentare e verificare l’approccio outdoor, da sempre praticato, con il supporto di pedagogisti ed esperti che hanno già realizzato esperienze di questo tipo e corsi di formazione per docenti e sono intensamente coinvolti nel dibattito che vede le esperienze in natura come un momento indispensabile e fondamentale per la crescita equilibrata dei bambini delle nuove generazioni.

Modalità di collaborazione trai Ceas
Tutti i Ceas partner collaborano tra di loro alle attività del percorso formativo rivolto a insegnanti, educatori e collaboratori e alle sperimentazioni con le sezioni campione di nido e scuola dell’infanzia.
Per l’organizzazione degli incontri pubblici nei diversi territori i Ceas partner stanno confrontandosi con amministratori, pediatri di comunità, biblioteche, centri gioco bambini-genitori e associazioni varie.
Per la stesura del progetto operativo è stato attivato un gruppo di lavoro a cui hanno partecipato tutti i Ceas partner e di appoggio. Il confronto e il tavolo di coordinamento saranno attivi per tutta la durata del progetto.

Finalità e obiettivi del progetto
Il progetto punta in primo luogo a collegare e mettere in relazione positiva tutte le persone, le strutture, gli enti, le istituzioni, le famiglie che in ambito regionale stanno, negli ultimi anni o da più tempo, lavorando alla formulazione di un nuovo modello di scuola, meno rigida e più aperta, soprattutto nella fascia di età della prima infanzia. L’obiettivo è contribuire all'affermazione di una scuola in grado di ripensare radicalmente il classico rapporto tra “dentro” e “fuori”, avvicinandosi in questo modo alle più innovative pratiche scolastiche nella natura che dal dopoguerra a oggi si sono diffuse soprattutto nel Nord Europa e riallacciandosi alla grande stagione pedagogica delle scuole all'aperto nate tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento in vari paesi europei, tra cui l’Italia. Il progetto ha come principale obiettivo quello di consolidare le esperienze già avviate, suscitarne altre dove il contesto è favorevole, convincere il maggior numero di persone possibili che si tratta di una scelta importante, se non urgente, ma allo stesso tempo agevole e realizzabile con una certa facilità, che può essere messa in pratica da subito e gradualmente, modificando in maniera convinta e rapida le abitudini consolidate e contando sulla bontà e sull'evidenza dei risultati. Le sperimentazioni didattiche previste, da questo punto di vista, possono rappresentare il primo metro, spesso entusiasmante per la risposta dei bambini e la partecipazione degli insegnanti, di un percorso da moltiplicare in tanti altri percorsi e contesti educativi.
Il progetto, in sintesi, punta a essere una prima, efficace rappresentazione delle grandi potenzialità di questa modalità innovativa di fare scuola, che può crescere esponenzialmente nei prossimi anni, rispondendo in modo più adeguato ai nuovi bisogni educativi e contribuendo alla crescita di nuove generazioni più equilibrate, serene, curiose, preparate e capaci di apprendere.
Un aspetto sicuramente molto importante è far riflettere soprattutto le famiglie sull'imprescindibilità di un contatto non episodico con la natura durante la prima infanzia. Coordinatori pedagogici, dirigenti scolastici, insegnanti, educatori e collaboratori, inoltre, saranno stimolati a ripensare la relazione educativa per favorire l’esplorazione dell’ambiente esterno: dallo spazio verde scolastico, frequentabile in modo pressoché quotidiano, a situazioni più complesse in ambito urbano e periurbano (di frequentazione più occasionale), con l’obiettivo di rileggere i propri spazi esterni come opportunità educativa in continuità con quelli interni e di valorizzare, attraverso la pratica dell’osservazione, le attività di gioco libero che i bambini svolgono all'aperto a contatto con la natura.

Le quattro fasi del progetto
PRIMA FASE
Percorso formativo residenziale di due giorni In Natura per educare, crescere, condividere esperienze.
Tempi: 18-19 settembre 2018, MUSSS Sasso Simone Simoncello, Pennabilli (RN).
Ceas coinvolti: Tutti (partner e di appoggio).
Modalità operative: Due giornate di approfondimenti e confronti dedicate a educatori ambientali, coordinatori pedagogici, dirigenti scolastici, responsabili dei settori educativi, per ripensare l’educazione naturale nei servizi per l’infanzia. Le giornate sono state curate dagli educatori ambientali della Fondazione Villa Ghigi e dell’Area Educazione alla Sostenibilità di Arpae, con la partecipazione di Michela Schenetti (Università di Bologna) e Fabrizio Bertolino (Università della Valle D’Aosta).
Approfondimenti
Tempi: Da novembre 2018 a dicembre 2018.
Ceas coinvolti: Tutti (partner e di appoggio).
Modalità operative: Una serie di occasioni (la partecipazione a due convegni e la visita a un mostra dedicata al tema delle scuole all'aperto e del rapporto educazione-infanzia-natura) completeranno il percorso formativo avviato a Pennabilli: Anche fuori si impara: naturalmente scienziati - VI edizione del convegno “L’educazione si-cura all’aperto” (Teatro Testoni - Bologna - 17 novembre 2018); Crescere sani, crescere all’aperto (coordinamento pedagogico del Comune di Cesena -20 novembre); Ritorno al futuro. Dalle scuole all'aperto alle nuove esperienze educative nella natura, MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna -4, dicembre 2018).
SECONDA FASE
Incontri con la cittadinanza.
Tempi: Da dicembre 2018 a febbraio 2019.
Ceas coinvolti: Ceas partner e Ceas capofila Fondazione Villa Ghigi.
Modalità operative: Ogni Ceas partner organizzerà nel suo territorio un incontro pubblico della durata di due ore circa, rivolto alla cittadinanza, in particolare alle famiglie, per presentare e divulgare il progetto e riflettere insieme a diverse figure professionali sull'importante rapporto che lega sin dai primi anni di vita il bambino alla natura.
TERZA FASE
Percorso formativo rivolto a educatori, insegnanti e collaboratori.
Tempi: Da febbraio 2018 ad aprile-maggio 2019
Ceas coinvolti: Ceas partner e Ceas capofila Fondazione Villa Ghigi.
Modalità operative: Ogni Ceas partner organizzerà nel suo territorio un percorso formativo destinato a 25 persone tra insegnanti, educatori e collaboratori, che prevede lo svolgimento di quattro incontri di 2 ore ciascuno. Il primo incontro sarà condotto da un educatore della Fondazione Villa Ghigi, gli altri 3 da educatori ambientali dei singoli Ceas. La formazione è finalizzata alla sperimentazione di un percorso didattico di immersione nella natura con una sezione campione di nido o di scuola dell’infanzia.
Sperimentazione didattica
Tempi: Aprile-maggio 2019.
Ceas coinvolti: Ceas partner e, in due casi (Ceas Romagna Faentina, Ceas Centro Idea Ferrara), Ceas capofila Fondazione Villa Ghigi.
Modalità operative: Realizzazione di un percorso didattico di immersione nella natura che coinvolga una sezione campione di nido o scuola dell’infanzia chiamata a trascorrere cinque giorni consecutivi all'aria aperta nella natura.
QUARTA FASE
Conclusione del progetto.
Tempi: Maggio 2019.
Ceas coinvolti: Tutti (partner e di appoggio).
Modalità operative: Documentazione, restituzione e
condivisione finale dell’esperienza.
Risultati attesi
Il progetto dovrebbe favorire l’avvio o il consolidamento, nei territori dei vari Ceas coinvolti, di esperienze educative che, nei nidi e nelle scuole dell’infanzia, mettano al centro delle attività un rapporto costante con il giardino scolastico e gli spazi esterni della scuola, favorendo un contatto pressoché quotidiano tra bambini e natura, nelle condizioni e nelle modalità più appropriate che offrono le diverse situazioni. In ognuna delle comunità educanti interessate dal progetto dovrebbe inoltre instaurarsi un percorso virtuoso teso ad allargare a un numero di strutture scolastiche sempre più ampio queste modalità educative, in modo graduale ma continuativo, contando naturalmente anche sugli auspicati risultati positivi ottenuti nelle prime sperimentazioni. Ciò che si vuole produrre, nella sostanza, è una maggiore consapevolezza collettiva delle questioni toccate dal progetto (dagli amministratori ai dirigenti scolastici e agli altri addetti ai lavori), un reale cambiamento nei comportamenti individuali e di gruppo degli educatori e degli insegnanti, una maturazione nell'atteggiamento delle famiglie verso pratiche che, ad alcuni, possono apparire persino “rischiose” per la salute dei bambini se non per la loro incolumità (mentre è vero l’esatto contrario). Si auspica infine la diffusione della consapevolezza che il contatto diretto e prolungato dei bambini con la natura porti a dei vantaggi sia in termini di benessere fisico, che psicologico e che faccia accrescere un senso di appartenenza, di cura, di rispetto dell’ambiente di vita del bambino.

La comunicazione
Il progetto sarà documentato nelle sue varie fasi, mediante notizie e approfondimenti, in siti regionali, nei siti dei Ceas coinvolti e in quelli delle amministrazioni locali e degli enti di gestione delle aree protette ad essi collegati. Verrà predisposta una sezione specifica nel sito regionale dedicata all'educazione alla sostenibilità. I Ceas coinvolti che utilizzano anche i canali social per le proprie comunicazioni cureranno in modo particolare anche questo effetto, puntando a incuriosire e a produrre un “effetto moltiplicatore” che favorisca la conoscenza diffusa di questa tematica. È prevista, infine, la redazione di articoli per riviste specializzate e pubblicazioni a carattere locale.

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Ultimo aggiornamento

07/12/2021, 18:05