Descrizione
Come gestire le colonie nei centri urbani
E' un gabbiano di grosse dimensioni con una lunghezza che può arrivare a sfiorare i 60 cm e un'apertura alare che varia tra i 110 e i 140 cm, è una specie protetta dalla Legge 157/92, ed è tra le specie più adattabili, infatti, sempre più spesso, questi esemplari di gabbiani colonizzano i centri urbani, nidificando sui tetti e creando alcuni problemi di convivenza con i cittadini come l'imbrattamento di tetti, edifici, monumenti; disturbo e rumore, anche nelle ore notturne, ostilità nei confronti degli intrusi e interazioni presso le discariche dei rifiuti urbani.
Mangia di tutto e questo gli consente di adattarsi facilmente in ambienti lontani dalle coste da cui proviene. Oltre che di pesce e altri organismi marini e di scarti di pescato, si nutre di rifiuti, uova e nidiacei di altri uccelli, animali morti, ed è anche in grado di predare altri animali, compresi individui adulti di colombo di città e di rondone. Con gli uomini non è aggressivo a meno che non senta minacciata la sua prole.
L'unico modo per evitare la loro presenza continuativa è attuare una serie di azioni preventive di dissuasione prima che i gabbiani abbiano costruito il loro nido. Il periodo di nidificazione va orientativamente da aprile a luglio. In particolare, se si è già avuta la la presenza di gabbiani sul proprio tetto negli anni precedenti e non si desidera che la nidificazione avvenga di nuovo, è necessario intervenire per tempo provvedendo alla rimozione dei nidi prima che inizi la nuova stagione riproduttiva e, all’applicazione sul tetto di dispositivi per evitare il ripetersi della nidificazione. E' inoltre importante la frequentazione, se possibile, delle aree (tetti, terrazze, balconi, davanzali, ciminiere, camini) in cui i gabbiani hanno già nidificato nel passato o che sono frequentate dalla specie.
Il nido può essere rimosso solo se non sono già presenti le uova o i piccoli. La distruzione intenzionale del nido con l'uovo è vietata dalla L. 157/92 art. 21.
Essenzialmente gli ambiti di intervento sono due:
Limitare luoghi di nidificazione e sosta sugli edifici
- impedendo l'accesso su tetti, terrazze o altre strutture stendendo delle "reti antintrusione" in plastica o metallo o più semplicemente un sistema formato da fili tesi, collocati parallelamente ad una distanza compresa tra 1,50 – e 2 m. I fili devono essere robusti (un diametro di almeno 3 mm), di un materiale resistente alla luce solare e alla corrosione, come l’acciaio inox, o alcune materie plastiche, tale metodo agisce sulla impossibilità meccanica degli animali di attraversarlo con le ali e genera insicurezza nella coppia che deve accedere e lasciare il sito di nidificazione frequentemente. e. E’ un metodo incruento e, soprattutto, non genera “assuefazione” nel corso del tempo: gli animali, cioè, non si abituano alla sua presenza e non rimuovono quindi il senso di insicurezza;
- installando "dissuasori d'appoggio" meccanici (puntali, filo ombrello, cuneo inclinato 45°-60°) sulle superfici lineari (filo di gronda dei tetti, cornicioni, comignoli, ecc.);
- esistono inoltre anche deterrenti ottici (nastri colorati, bandiere riflettenti, effige di rapaci, ecc.) e acustici (petardi, richiami di allarme). Il limite di questi sistemi è l'assuefazione, che si può sviluppare nei gabbiani anche in tempi rapidi.
Limitare le forniture di cibo
In ambito strettamente urbano, è opportuno ridurre le occasioni di approvvigionamento. Vanno quindi sensibilizzati quegli esercizi commerciali, pescherie, negozi di frutta e verdura, macellerie, ristorazione di varia natura, ad evitare dispersione sul territorio degli scarti della loro attività. Oltre all’impegno dei singoli esercenti ci deve essere anche quello delle Amministrazioni comunali che devono essere sollecite nella pulizia delle aree.
Di più difficile attuazione invece il controllo della distribuzione spontanea di cibo da parte di alcuni cittadini.
Informazioni
Dal momento che hanno nidificato e deposto l'uovo è praticamente impossibile riuscire ad allontanare i gabbiani che attueranno difesa attiva del nido e del pullo. La difesa è attuata tramite un sistema di allarme svolto da tutti i gabbiani in volo che emettono un caratteristico suono in presenza di un possibile "predatore" (uomo, cane, gatto o altro animale in vicinanza del nido) e dai genitori del pullo che si ritiene in pericolo i quali compiono azioni di disturbo e dissuasione nei confronti del potenziale predatore tramite picchiate, tentativi di colpi con le zampe e lancio di feci. Gli attacchi però non sono in genere portati per colpire ma per dissuadere e confondere il predatore facendo in modo che il pullo si nasconda. Dopo circa 40 giorni dalla nascita il pullo si invola e lascia il nido. Entro pochi giorni anche i genitori lasciano l'area.
Nelle situazioni più critiche (presenza dei piccoli presso i nidi), in caso sia necessario accedere al tetto (es. muratori, installatori di antenne), è consigliato indossare un caschetto di protezione.
Nel caso di ritrovamenti di pulli caduti in strada o nei giardini e per ogni ulteriore informazione utile è possibile contattare il CRAS – Centro Recupero Animali Selvatici - via Baracchi n. 47 47923 Rimini (+39 338 720 4689 - cras.rimini@gmail.com)