Maggiore efficientamento dei servizi sanitari e maggiore accessibilità.
“‘Sanità, sempre più diseguaglianze’, ‘Così salta la sanità’, ‘Dalle visite oculistiche alla dermatologia: mancano gli specialisti’, ‘Si allungano le liste d’attesa’: sono alcuni dei titoli che oggi occupano le pagine dei quotidiani nazionali, in un ‘tragitto cartaceo’ che va da Ravenna fino alle città della Toscana e che evidenzia, ancora una volta, la panoramica preoccupante in cui versa il sistema sanitario italiano a causa dei guasti derivanti dai ripetuti mancati investimenti. Ferite aperte che si ripercuotono inevitabilmente sulla qualità delle prestazioni socio sanitarie e, in parallelo, sulle tasche dei cittadini, spesso costretti a ricorrere al soggetto privato per accorciare i tempi di attesa.
Una conseguenza che, inutile dirlo, non fa che dilatare il gap sociale tra chi può e chi non può, in una spirale degenerativa che mina di fatto la parità tra le categorie sociali dinnanzi alle cure sanitarie.
Proprio alla luce di questo contesto che è tutto fuorché roseo, penso assuma particolare rilevanza il ‘Piano distrettuale di contrasto alle diseguaglianze di salute’ che il Distretto socio sanitario di Rimini sta definendo in sinergia con l’Ausl Romagna. La finalità è quella di attuare un quadro di interventi che, come si può immaginare dal nome del progetto, siano intesi a favorire azioni di prevenzione e promozione della salute, rendere efficace la gestione a domicilio delle persone affette da malattie croniche, mettere al centro le risorse di comunità per ridurre le diseguaglianze di opportunità e sviluppare l’organizzazione istituzionale in chiave di Primary HealthCare. Un insieme di misure, dunque, con le quali vogliamo aumentare le dotazioni finanziarie a disposizione della sanità e rafforzare il piano sulla medicina di prossimità, fondamentale per abbattere le liste di attesa negli ospedali e per innalzare il livello qualitativo delle cure. In vista di questa grande operazione, è stato predisposto un Gruppo di Indirizzo per la regia, il coordinamento e il monitoraggio delle attività progettuali ed esecutive del Piano, e un Comitato Scientifico, un gruppo di supporto tecnico-metodologico che deve garantire la coerenza tra gli obiettivi del Piano e le azioni intraprese.
Si tratta di un ingente investimento che, come Distretto, stiamo portando avanti in un’ottica di maggiore efficientamento dei servizi sanitari e una maggiore accessibilità, a partire dalle persone meno abbienti, su cui pesa di più lo stato di crisi che il sistema sanitario nazionale sta attraversando. Per quanto massiccio e ambizioso, si deve avere contezza che si è davanti a un Piano che ha un effetto e un perimetro locale, e che dunque, per quanto di buono possa fare, non può stravolgere le sorti delle cose in essere: serve una presa di coscienza da parte del Governo, un intervento statale, unitario, che metta insieme i diversi soggetti, dagli enti locali, alle aziende sanitarie passando per le regioni, per ripensare a delle politiche strutturali della sanità. La sanità non necessita solo di risorse (per quanto sacrosante e impellenti) ma di una riorganizzazione generale del modello sanitario sul quale vogliamo basare il nostro futuro. Un modello che, come ci ha insegnato la pandemia, non può prescindere dal concetto di vicinato, dalle novità della digitalizzazione e dalla necessità di creare delle condizioni solide capaci di governare gli eventi, senza farsi travolgere da questi”.