Descrizione
La cimice asiatica (detta anche cimice marmorata) è una specie aliena invasiva originaria della Cina, del Giappone e di Taiwan.
Questo insetto ha fatto la sua comparsa per la prima volta in Italia, nella Provincia di Modena, nel 2012, per poi estendersi in altre Provincie e in Trentino nel 2016.
Ha la caratteristica forma a scudo comune anche in altre cimici, la parte superiore dello scudo presenta varie tonalità di bruno, con toni di grigio, bianco sporco, nero, rame e macchie di colore bluastro. Altri caratteri di riconoscimento di questa specie comprendono le bande luminose alternate sulle antenne e bande scure alternat bordo esterno dell'addome. Le zampe sono marroni con deboli chiazze bianche o strisce.
Pur non essendo pericoloso per l’uomo, è un insetto estremamente dannoso e di difficile gestione, in grado di arrecare gravi danni alle produzioni agricole.
Giovani e adulti si nutrono di linfa attraverso un apparato boccale pungente-succhiante. Gli enzimi presenti nella saliva facilitano la predigestione dei tessuti vegetali contribuendo alla deformazione e imbrunimento della polpa dei frutti (peri, meli, kiwi e pesche). La lista delle piante ospitanti la cimice asiatica include più di 300 specie vegetali, molte di interesse agrario, oltre a piante ornamentali ed essenze spontanee.
Per sopravvivere all'inverno, con l’arrivo dei primi freddi, la cimice asiatica ha l’abitudine di aggregarsi e ripararsi all'interno di case e altri edifici, spesso riunendosi a migliaia di individui nei siti di svernamento.
Una volta all'interno del riparo, vanno in stato di ibernazione e aspettano la fine dell'inverno; tuttavia il calore all'interno della casa spesso li induce a ridiventare attivi, e possono volare maldestramente intorno a lampadari o altre fonti luminose.
Per impedire l’accesso delle cimici nelle case, la Regione Emilia Romagna consiglia di:
- Collocare zanzariere e reti anti-insetto alle finestre, attorno ai comignoli dei camini non in uso, sulle prese d’aria e alle finestre dei sottotetti;
- Sigillare, ove è possibile, crepe, fessure e tutti quegli accessi che consentono il passaggio delle cimici, quali tubazioni, canalizzazioni, feritoie, profilati e altre aperture.
Informazioni
Da giugno 2020, in gran parte del territorio regionale, come sull’intero territorio nazionale interessato, è partito il progetto di lotta biologica alla cimice asiatica che prevede il rilascio in natura del suo antagonista naturale, il Trissolcus japonicus detta “vespa samurai”, che usa il suo organo ovopositore per parassitizzare le uova di cimice asiatica, dalle quali non nasceranno più cimici, ma vespe samurai.
Il Trissolcus japonicus è assolutamente innocua per l'uomo e per gli animali, comprese le api, si ciba di polline e nettare e non punge.