Prosegue step by step, un mattoncino dopo l’altro, la ‘costruzione’ del dossier dell'iter di candidatura di Rimini a Capitale italiana della Cultura 2026.
Sono infatti giorni di intenso lavoro per il team che gravita intorno al progetto. Ieri, nell'ambito del percorso partecipato adottato come metodo, si è svolto un momento di confronto con i cittadini, le associazioni e gli stakeholder con un appuntamento, organizzato presso il Cinema Fulgor di Corso d'Augusto, per discutere delle linee progettuali che compongono il mosaico del dossier.
Un dibattito aperto che ha riempito la sala cinematografica, contando sulla partecipazione di operatori culturali, giovani artisti e tante realtà locali che lavorano nel mondo della creatività e dell'arte.
Alla presenza del coordinatore del progetto Paolo Verri, la direttrice artistica Francesca Bergoglio e la dirigente del settore cultura del Comune Silvia Moni, si è parlato di temi, linguaggi e parole chiave al centro di questo stimolante viaggio, che concluderà un’altra delle sue importanti tappe il 27 settembre, il giorno del click day, ovvero del deposito ufficiale del documento progettuale.
Una data che, come comunicato ieri, coinciderà con una grande iniziativa all’interno dello scenario del Teatro Galli di restituzione del percorso condotto fino ad oggi, in cui le direttrici Francesca Bertoglio e Cristina Carlini presenteranno ai presenti quanto raccolto in questi mesi nel dossier, il documento progettuale contenente gli obiettivi della candidatura. Un lavoro di squadra, puntellato di stimoli e suggestioni, frutto di un intenso processo partecipativo che ha visto il coinvolgimento e la collaborazione delle associazioni e delle realtà creative e culturali del territorio.
Le linee guida del dossier che stanno definendo la candidatura partono da un’analisi a 360 gradi dei grandi temi del presente, a partire, in particolare, da quattro focus: le nuove generazioni; le persone e il corpo; l'ambiente, la sostenibilità e le sfide del cambiamento; i territori, allargando lo sguardo oltre Rimini, aprendosi all’intera Romagna, nella prospettiva di una candidatura policentrica.
Al termine di questa iniziativa più istituzionale, seguirà poi una grande festa in piazza, con un concerto che vedrà alternarsi sul palcoscenico musicisti, band e artisti riminesi e romagnoli per una straordinaria maratona musicale che miscelerà voci, stili, strumenti e repertori.
Un altro appuntamento clou dell’itinerario è fissato poi per la sera di lunedì 9 ottobre, nel 60esimo anniversario della caduta della frana del Vajont a causa della quale persero la vita 2000 persone. Una chiamata a raccolta dei teatri dello Stivale da parte del registra e drammaturgo Marco Paolini in cui aderisce anche Rimini con il suo restaurato teatro polettiano per un racconto corale che sarà realizzato in contemporanea da oltre 160 ‘palchi’ a partire dal testo Vajont per una Orazione Civile Corale. Al Galli, si susseguiranno artisti e nomi locali che, sotto l’egida della regia di Teodoro Bonci, daranno vita a uno spettacolo unico, attraverso una commistione di linguaggi tra loro diversi e una rivisitazione personale del Vajont.
Da qui a metà dicembre, dunque, quando la commissione decreterà la short list delle città finaliste in corsa per il titolo di Capitale italiana della Cultura 2026, saranno settimane di fermento e di straordinaria vivacità creativa, allo scopo anche di innovare le tradizionali rassegne stagionali con proposte artistiche nuove, nel solco di quel ‘Vieni oltre’ che fa da filo conduttore a questo viaggio.