Dal rapporto Ecosistema urbano di Legambiente pubblicato su Il Sole 24 Ore.
Rimini si conferma nelle top 20 delle città ecologicamente più virtuose del Paese secondo la 30esima edizione del rapporto Ecosistema urbano di Legambiente pubblicato su Il Sole 24 Ore. L’indagine di Legambiente e Ambiente Italia sullo stato di salute dei capoluoghi di provincia italiana conferma a grandi linee l’andamento registrato negli ultimi anni, con le città protagoniste che restano le stesse delle precedenti edizioni del rapporto, pur a fronte di qualche variazione dei piazzamenti, ma con un generale aumento del valore medio delle performance delle 105 città esaminate. Fatta 100% la percentuale che indica un centro urbano “ideale”, la media si è spostata in avanti di tre punti, dal 53,41 di dodici mesi fa al 56,41 attuale.
E’ anche il caso di Rimini, che in questa edizione si colloca al 14esimo posto della graduatoria (in calo di tre posizioni rispetto al rapporto 2022 e 2021), ma con un punteggio assoluto migliore di quello fatto segnare lo scorso anno, passando da 67 dello scorso anno a quasi 70 (69,6). Tra i capoluoghi emiliano romagnoli, anche quest’anno si posizionano davanti a Rimini solo Reggio Emilia (5°) e Forlì (8°), mentre nella top 20 compaiono ora anche Parma (18°) e Ferrara (20°).
Andando alle singole classifiche dei 19 indicatori considerati (dati 2022), Rimini conferma le ottime prestazioni per estensione delle isole pedonali (7°, con 113,9 mq ogni 100 abitanti) e per estensione delle zone a traffico limitato (7°). Tra le prime venti anche per uso efficiente del suolo (18°) indicatore del livello di urbanizzazione rispetto al numero di residenti. Stabile la posizione sul verde urbano (64esima) pur a fronte di un aumento di metri quadrati per abitante, che passa dai 20,4 della precedente rilevazione (dati 2021) ai 21,2 mq del 2022. Cresce anche il numero di alberi per abitante (da 16 a 19), con un balzo nella classifica dalla 53esima alla 44esima posizione, così come aumenta l’utilizzo del solare termico e fotovoltaico, che vede Rimini in 19esima posizione in Italia con 9,8 Kw su edifici pubblici ogni mille abitanti (contro la media di 8kw dello scorso anno).
Buone anche le performance relative al trasporto pubblico: 23° per numero di passeggeri (101,8 in relazione agli abitanti) e 32° per offerta di trasporto pubblico (38,9 km percorsi annualmente dal complesso di mezzi per numero di abitanti). Si conferma la buona offerta di piste ciclabili sul territorio (29° posizione, 16,6 metri ogni 100 abitanti) così come il tasso di motorizzazione, cioè il numero di auto ogni 100 abitanti, che per il capoluogo di Rimini è di 62,8.
Rispetto alla qualità dell’aria, resta stabile il livello di PM10, con un livello medio annuo di concentrazione pari a 28 ug/mc uguale allo scorso anno, mentre si riduce vistosamente il dato relativo all’ozono, con soli 8 giorni di superamento del limite a fronte dei 22 dello scorso anno (da 53° a 22°).
Le maggiori vulnerabilità sono legate alla dimensione di città turistica, in particolare la produzione di rifiuti urbani, che viene calcolata procapite, con Rimini al 101 esimo posto (672,2 kg procapite) e gli utenti della strada coinvolti in incidenti (7,9 ogni mille abitanti).
“Il primo aspetto positivo è il consolidamento di una performance virtuosa e al di sopra della media nazionale, che colloca Rimini nella top 20 in Italia – sottolinea l’assessora all’Ambiente Anna Montini – e pur a fronte di una leggera flessione nella classifica generale (frutto anche della modifica di alcuni indicatori) aumenta nel punteggio assoluto a conferma del percorso di crescita in termini di ecosostenibilità che il territorio ha intrapreso. Al di là dei numeri e delle posizioni, utili soprattutto a fine narrativo, credo che il rapporto offra spunti di lettura interessanti rispetto al lavoro che come amministrazione stiamo continuando a portare avanti, anche alla luce dei grandi temi ambientali e delle emergenze che anche le comunità si trovano a dover gestire. Penso ad esempio agli investimenti nelle infrastrutture in grado di aumentare la resilienza ai cambiamenti climatici, vedi il Piano di salvaguardia della balneazione e il Parco del Mare, quest’ultimo esempio cardine di una pianificazione urbanistica pubblica orientata anche al de-sealing, cioè la de impermeabilizzazione del suolo attraverso la rimozione di cemento e asfalto. Vogliamo continuare su questa strada, in particolare dando nuovo impulso alla riforestazione della città e all’ampliamento delle aree verdi e proseguendo nell’estensione della rete di piste ciclabili e delle aree pedonali. Buoni sono anche i risultati che stiamo ottenendo rispetto alla diffusione dell’uso di fonti energetiche rinnovabili, a partire dal fotovoltaico e dalla progettazione e realizzazione di nuovi edifici pubblici di tipo Near Zero Energy Building, edifici cioè con un’elevata performance energetica (in cui la limitata domanda di energia è prevalentemente coperta da energia prodotta nell’edificio stesso da fonte rinnovabile)”.