Sigismondo d’oro 2023: consegnata a Cartoon Club e a Stefano Pivato la massima onorificenza cittadina

Il saluto di fine anno del sindaco Sadegholvaad.

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E’ stato assegnato a Cartoon Club, la manifestazione riminese che dal 1985 è punto di riferimento nel panorama nazionale e internazionale del mondo comics, e al professor Stefano Pivato, accademico, storico e saggista, il Sigismondo d'Oro 20232, il riconoscimento civico che ogni anno viene attribuito ai riminesi che abbiano onorato la città di Rimini con la propria attività.  

La cerimonia di oggi pomeriggio al Teatro Galli è stata incorniciata da due momenti particolari: ad aprire la serata un monologo in dialetto omaggio a Rimini di Mauro Vannucci, in chiusura spazio alla musica e ai giovani con cinque trombettisti allievi del Conservatorio Lettimi, guidati dal maestro Marco Bellini. “E' un modo per ricordare la nostra candidatura a Capitale della Cultura per il 2026, con un dossier dal titolo insolito Vieni Oltre – ha esordito il sindaco - Dialetto e modernità, tradizione e contemporaneità, a segnare l'unicità di Rimini”. 

Come ormai tradizione, la consegna del riconoscimento è stata preceduta dal saluto di fine anno del Sindaco, Jamil Sadegholvaad. Di seguito il suo intervento: 

 

Buonasera a tutte e a tutti. Benvenuti. 

Benvenuto professor Stefano Pivato.  

Benvenuti amici di ‘Cartoon Club’. 

Benvenuti e grazie, a nome della Città di Rimini.  

Sarò breve, almeno spero, perché i festeggiati del Sigismondo d’Oro 2023 siete voi e dunque le parole che qui e stasera davvero contano sono le vostre. E vorrebbe essere un modo elegante per tranquillizzare il pubblico: cercherò di non annoiarvi.

Quest’anno mi sarebbe piaciuto fare come ha fatto due mesi fa il vescovo di Rimini, Sua Eccellenza Monsignor Nicolò Anselmi. 14 ottobre, festa di San Gaudenzo, patrono di Rimini. Per la prima volta il nostro Vescovo, ha svolto il tradizionale ‘discorso alla città’ chiedendo a un gruppo di persone cosa pensassero di Rimini, quali fossero i problemi di Rimini, che futuro secondo loro attendesse la nostra città.  

Anche a me piacerebbe che ci scambiassimo di posto: voi salite sul palco e raccontate cosa è stato il 2023 e io a prendere appunti.  

Avrei voluto ma ahimè… il protocollo è rigido, dunque tocca a me stare in piedi per qualche minuto e voi seduti a ascoltare. Scambierò con voi, allora, qualche riflessione.

Comincerei dalla carta d’identità della Città e da qualche cenno di cronaca: a fine giugno contavamo 150.426 abitanti iscritti all’anagrafe, il 13 per cento dei quali stranieri. In calo nascite e per fortuna anche i decessi, in crescita complessivamente il numero di residenti. Oltre 15 mila imprese attive, in buona parte (60 per cento) legate al turismo e ai servizi in genere.

I numeri raccontano inoltre che in un anno funestato nella prima parte dai tragici eventi alluvionali che hanno sfiorato anche la nostra città (scampata a conseguenze più tragiche anche in virtù degli investimenti strutturali fatti sul fronte della sicurezza idraulica), arrivi e presenze turistiche sono aumentate, grazie alla crescita degli stranieri.

Progressivamente, Rimini sta recuperando cifre ed economia messe in ginocchio dalla pandemia. La nostra principale Società partecipata, IEG, sforna numeri da record, dopo gli anni drammatici del Covid che sembravano dover spazzare via il comparto fieristico congressuale, a causa di un cambio di abitudini nei meeting di persone fisiche a favore delle videoconferenze. Pensando alla lungimiranza avuta su questo straordinario volano per l’economia della nostra Città, un pensiero affettuoso corre a Lorenzo Cagnoni,  che fino all’ultimo ha condiviso progettualità per rafforzare ancora di più la nostra Fiera.

Passando ai tanti cantieri in esecuzione in Città, è in corso da molti mesi sulla Statale 16 un intervento di Società Autostrade estremamente impattante sulla circolazione giornaliera fuori e dentro la città: richiede ogni giorno tanta pazienza e anche nel 2024 ne chiederà altrettanta.

Spesso mi fischiano le orecchie quando mi muovo sulle strade in qualche zona della città e credo di saperne il motivo. Ma, come si dice in questi casi, ‘ci scusiamo per il disagio’ ed è chiaro come, tra un anno, non solo avremo nuove strade di ingresso al centro urbano ma soprattutto ogni punto di Rimini, da Miramare a Torre Pedrera, potrà contare su collegamenti viari moderni e strutturati tra la parte a mare e quella a monte dell’Adriatica. Avremo superato, dopo un secolo o giù di lì, la storica frattura tra centro e forese, segnata dal grande muro della strada statale.  

Ogni tanto fa bene focalizzare la prospettiva del beneficio e non solo fissare la naturale fatica del sacrificio necessario.

Sin qui, dunque, un modesto elenco dei fatti dell’anno. Ma è utile a sottolineare come nessun numero e narrazione riescano mai ad afferrare la complessità e l’unicità di Rimini.  

Fateci caso ma tutte le volte che l’analisi statistica si concentra su Rimini viene fuori un quadro del tutto scomposto: ricca ma dalla sicurezza critica, divertente e allo stesso tempo preoccupata, godereccia e crepuscolare.  

L’impressione è che i numeri ‘normali’ non definiscano questa città in una maniera più completa con cui invece può raccontarla un fatto, un’abitudine, un tic.

Tutti ovviamente si sentono speciali ma Rimini,  credo, sia davvero più speciale del resto d’Italia, non fosse altro per il fatto che siamo la Città con la più alta incidenza pro capite di presenze turistiche a livello nazionale. Con tutto quello che ne consegue, soprattutto di buono, e anche qualche ‘effetto collaterale’ negativo che ci penalizza a livello statistico.

Leggiamo cosa scrive il CENSIS nel 57esimo Rapporto sullo Stato Sociale dell’Italia, pubblicato pochi giorni fa: 

'la Società italiana punta o trascina i piedi; cammina raso muro; teme l’incontro con il non affine; custodisce, gelosa, piccole prerogative; tiene basso il timbro; rinuncia a esplorare il mondo circostante o a pensare il futuro.'

Personalmente colgo in più una propensione alla divisione per tifoserie su qualsiasi tema, insieme all’estremismo delle certezze granitiche.

Non c'è tema o problema, oggi, in cui subito non ci si divida senza ascoltare le ragioni dell'uno e le motivazioni dell'altro: una mela spaccata a metà su tutto, arrabbiati e incapaci di tentare, almeno tentare, di unire le due parti divise.

Prendiamo la sicurezza e l’ordine pubblico, che come tutti gli addetti ai lavori sanno è di competenza e responsabilità statale ma oggi è (solo) croce e (nessuna) delizia per qualsiasi città e sindaco d’Italia.

Ecco, su questo argomento si raggiunge il top delle divisioni strumentali: a seconda di chi stia al governo o all’opposizione si attacca il sindaco di turno all’indomani di un fatto di cronaca nera.

Accade anche nella nostra provincia, e non raramente. Capriole che privano la politica di qualsiasi credibilità agli occhi dei cittadini. E soprattutto l’incapacità di vedere come la sicurezza sia un diritto primario e non il campo di battaglia per tifoserie ideologizzate.

Credo sarebbe più opportuno e soprattutto più proficuo per i nostri concittadini lavorare per dotare la nostra provincia di un numero adeguato di donne e uomini di Polizia e delle Forze dell’Ordine a una realtà che come accennavo prima è la prima per incidenza turistica in Italia e, si badi bene, non certo solo nei mesi estivi come ben sappiamo preparandoci ai festeggiamenti del periodo natalizio e di capodanno che ci portano a registrare nella sola Rimini 400 hotel aperti e già vicini al tutto esaurito.

Se questo incremento definitivo di organico si verificasse, sarei io il primo a ringraziare l’Esecutivo di ogni colore e tipo, anche se non della mia parte politica.

Con questo passaggio colgo l’occasione per ringraziare sentitamente Prefetto, Questore e Comandanti delle Forze dell’Ordine per l’attività quotidiana a servizio di un territorio bello e al tempo stesso complesso come il nostro.

Lo dico con una battuta ma neanche tanto: non sarebbe forse il caso di inoculare un po' dell'antico vaccino 'democristiano' sopravvissuto magari in qualche cassetto? Quel termine ha per qualcuno un’accezione in chiaroscuro ma rappresenta comunque la ricerca dell'equilibrio e della sintesi tra posizioni diverse in ragione di un ascolto vero, di un confronto libero e di un profondo rispetto per la persona che ti sta davanti.

Ascoltare, capire le ragioni, approfondire, poi esprimersi in maniera contenuta. Equilibrio non significa evitare di prendere posizione, ma al contrario assumerne una netta, soppesando tutti gli elementi.

Faccio un esempio: nel Paese, ma anche a Rimini, è ciclica la polemica sulla difficoltà a coprire posti di lavoro perché, si dice, ‘i giovani non hanno più voglia di lavorare’. Scusate, ma che modo è di porre la questione?  

Sui giovani si da un giudizio impietoso perché su loro viene proiettato, forse inconsapevolmente, l’ombra di vari fallimenti, intesi come famiglia, scuola, società, città.  

Si dice: non vogliono lavorare, sono violenti, sono danneggiati da videogiochi, musica trap e serie tv.  

E intanto gli divoriamo il futuro nel nome della nostra avidità di presente.  

Pare quasi che qualcuno consideri i nostri giovani degli estranei, quasi fossero dei nemici.

E Rimini? Rimini è provincia d’Italia e del mondo e dunque non vive dentro una bolla che la preserva dai problemi più generali.

Ma detta questa ovvietà va aggiunto come Rimini cerchi il suo futuro pesando e non contando le cose che fa. E’ di pochi giorni fa la notizia che in un piccolo paese del centro Italia una scuola è stata trasformata in casa di riposo. Realismo, si dirà. A Rimini, l’altro giorno, abbiamo consegnato i cantieri per tre nuovi asili nido, investimento complessivo 7 milioni di euro, proveniente dai fondi PNRR.

Con il nuovo Piano Casa, oltre alla realizzazione di 100 nuove case popolari, offriamo vantaggi economici e fiscali ai privati possessori di alloggi per darli in affitto. Programmiamo la crescita del nostro turismo attraverso il potenziamento dei voli dell’aeroporto e l’incentivazione della riqualificazione degli alberghi. Sulla cultura ci giochiamo la candidatura a Capitale Italiana 2026, ben consapevoli però che la sfida non sta tanto nella competizione ma nella credibilità del progetto culturale che vogliamo e dobbiamo portare avanti a prescindere dall’esito.

Questi e altri sono i punti che ‘pesano’ e che, anche se non permettono di scalare le statistiche, indicano un orizzonte preciso. Una città rinnovata nelle forme e soprattutto nella sostanza. E la sostanza si colloca nell’incontro con l’altro, si chiami esso proprietario di alloggio, terzo settore, gestore di hotel, studente. Il Comune non è onnivoro e anche se volesse esserlo non sarebbe giusto né corretto esserlo. Perché è l’equilibrio tra le parti e le posizioni, il fine stesso di una ricerca che arricchisce tutti.  

Meglio attardarsi per condividere la strada che correre avanti da soli: meglio il meno perfetto in unità, che la perfezione in solitudine. Poche sere fa, durante il tradizionale confronto della città con il vescovo, abbiamo parlato proprio di questo.

Stefano Pivato e 'Cartoon Club – Festival Internazionale del cinema d’animazione, del fumetto e dei games' vengono insigniti del Sigismondo d’Oro per quello che hanno fatto e che fanno, partendo da una loro passione e questa passione poi ha migliorato le persone come noi che stanno intorno.

Centrano molto con quanto ho detto finora perché entrambi guardano all’oggetto delle proprie ricerche e del proprio lavoro con la precisione e la curiosità che sono prima di tutto una forma di rispetto e di ‘ascolto’ dell’altro.

Sono le loro vite e percorsi professionali del tutto differenti, accomunati però da un desiderio di avventura. Guardare e ascoltare senza pregiudizi. Una canzone, un'impresa sportiva, possono avere la potenza di mille missioni diplomatiche; una tavola di fumetto può incidere su un argomento più e meglio di cento trattati universitari. C'è, in comune, l'idea che le vie della cultura, così come quelle della Provvidenza, siano infinite e che l'atto creativo più grande sia quello della socialità tra individui.

Il sapere esclusivo, la conoscenza riservata a pochi, l'incomprensibilità dei messaggi, la discriminazione tra un ‘superiore’ e un ‘inferiore’ appartiene a un mondo che rifiuta il concetto di partecipazione democratica.

Rimini non è solo questo ma è anche questo. Gli 80 anni dalla Liberazione della città e i 60 anni dall’avvio del progetto di Educazione alla Memoria, che verranno adeguatamente celebrati nel 2024, avranno il compito di ricordarci lo straordinario che siamo stati per spingerci a guardare all’ordinario di oggi con occhi altrettanto pieni di fiducia. Non c’è statistica che possa incasellare tutto questo.

Spero di non avervi annoiato e adesso spazio ai protagonisti di questa serata, Stefano Pivato e Cartoon Club. Come è tradizione, ringrazio i riminesi di ogni età, i lavoratori, gli imprenditori, le famiglie, le forze dell’ordine, il consiglio comunale, le istituzioni tutte, la Diocesi: insieme possiamo fare ancora di più e meglio per questa straordinaria città.

Un ricordo commosso verso le persone e i cari che ci hanno lasciato in questo 2023. Non li dimentichiamo. I loro nomi sono nei nostri cuori per sempre. 

Grazie e buone feste. 

 

Sigismondo d’oro 2023: le motivazioni


Cartoon Club  

Per avere trasformato la passione e la curiosità individuali in fatto culturale collettivo, rendendo il Festival patrimonio della comunità riminese, nazionale e internazionale, organizzato da quasi 40 anni con standard di altissima qualità; 

Per avere seguito, interpretato e anticipato l'evoluzione del fumetto, della graphic novel, dell'animazione e del gaming, trasformandoli in fenomeno creativo capace di leggere la società attraverso un linguaggio popolare e coinvolgente; 

Per avere sempre posto lo sforzo ideale e organizzativo della manifestazione a servizio di un concreto impegno civile che, attraverso la forma universale, artistica, drammatica, ironica e divertente del 'baloon', mira a stimolare l'analisi critica e la partecipazione attiva al bene comune.


Stefano Pivato 

Per avere costantemente rimarcato, nella sua intensa attività di accademico, studioso e saggista, la centralità della persona e dei suoi sentimenti come insostituibile fulcro e motivazione del cambiamento collettivo della Storia e della Società Italiana nell'ultimo secolo;

Per avere offerto, durante tutta la vita, un contributo fondamentale a un approccio realmente democratico e inclusivo verso l'oggetto 'cultura', abbattendo barriere esclusive ed elitarie: 

Per avere esercitato la leva dell'entusiasmo e della curiosità per descrivere e collocare nel contesto più corretto e rispettoso settori e campi della storia e del costume italiano, donandogli una dignità inedita e stimolando per questo l'immedesimazione che è anticamera di partecipazione.

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Ultimo aggiornamento

20/12/2023, 13:07