È scattata all'alba di questa mattina l'operazione che ha portato al sequestro di un residence, ubicato nella zona mare di Rimini.
La struttura ricettiva ospitava donne dedite all'attività di meretricio ed è stata oggetto di una complessa gestione operativa della Polizia locale di Rimini. L'indagine ha avuto una durata di 3 anni ed ha portato all'arresto dei due gestori che si sono avvicendati in questo lasso di tempo e alla misura dell'obbligo di presentazione alla P.G. di vari collaboratori degli stessi.
Il reato contestato è quello di sfruttamento, favoreggiamento e tolleranza abituale della prostituzione in concorso. L'attività investigativa degli agenti è stata rappresentata da lunghi e continui appostamenti nei pressi del residence nonché da intercettazioni (telefoniche, ambientali ed audiovideo) e dalle informazioni rilasciate dalle donne stesse. Attraverso tali modalità sono stati registrati tutti i movimenti che le persone esercitanti meretricio nel residence effettuavano, insieme ai loro clienti con il benestare dei gestori che omettevano di identificarli indirizzandoli negli appartamenti occupati dalle donne.
Oltre ad avere favorito la suddetta attività sono emersi gravi indizi che i gestori sfruttavano l'attività di meretricio concedendo in modo sistematico ed abituale alle donne gli appartamenti gestiti con canone maggiorato (di tre o quattro volte rispetto ai canoni applicati nella stessa zona).
Nell'arco dell'indagine si sono susseguite due gestioni: la prima condotta da una famiglia riminese che successivamente cedeva la gestione a un giovane 27enne che ha continuato a tollerare e sfruttare la situazione con il medesimo modus operandi controllando il lavoro delle persone che alloggiavano presso il residence, non limitandosi a omettere il controllo sugli avventori ma garantendo protezione in caso di problemi con i clienti anche mediante l'utilizzo della violenza fisica e l'ausilio di altre persone. Si ricorda che nei confronti delle persone indiziate e imputate vige la presunzione d'innocenza.