Le risorse dell’evasione fiscale utilizzate per il contenimento delle tariffe
Anche quest’anno il Comune di Rimini investe le risorse recuperate attraverso l’attività di contrasto all’evasione fiscale per contenere le tariffe della Tari, a tutela in particolare delle famiglie e delle imprese del territorio. Su questa misura poggia la proposta di delibera che stabilisce i criteri e le misure delle tariffe 2024 in attuazione del Regolamento comunale per la disciplina della tassa sui rifiuti (TARI) che ha ricevuto parere favorevole questa mattina dalla V Commissione Consigliare. Nonostante l’Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici e rifiuti (ATERSIR) abbia ridefinito il piano economico finanziario stabilendo un aumento delle tariffe fino a circa il 5% (4,96% rispetto alle entrate approvate nel 2023), l’Amministrazione Comunale per il 2024 riuscirà a contenere la percentuale di crescita di quasi un punto, limitando l’aumento tariffario al 4,15%. Questo sarà possibile grazie agli importanti risultati in termini di recupero evasione conseguiti negli ultimi anni dall’ufficio tributi, che hanno consentito di accantonare le risorse in avanzo vincolato TARI e di impiegare circa 370mila euro allo scopo di contenere le tariffe. Un intervento in continuità con le scelte adottate nel 2023, quando sempre grazie all’impiego del fondo l’Amministrazione riuscì a lasciare invariate le tariffe Tari pur a fronte dell’aumento previsto già anche in quell’occasione da Atersir.
Restano inoltre invariate in blocco tutte le agevolazioni tariffarie già introdotte nel 2022 e confermate nel 2023, a favore sia delle utenze domestiche sia per le utenze non domestiche, a partire dalle riduzioni destinate alle famiglie con difficoltà economiche (per un valore complessivo che si aggira sui 300 mila euro) alle agevolazioni per le attività stagionali, a quelle per la raccolta differenziata attraverso il conferimento nei centri di recupero.
La procedura di definizione della tariffa
L’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA), in occasione dell’aggiornamento biennale 2024-2025 del piano economico finanziario, ha stabilito l’aumento del limite di crescita delle tariffe nella misura del 7%, in considerazione dei maggiori oneri sostenuti per il servizio integrato di gestione dei rifiuti negli anni 2022 e 2023 riconducibili alla dinamica dei prezzi dei fattori della produzione, oltre ad aver previsto l’adeguamento al 2,7% del tasso di inflazione programmata sulla base delle più recenti previsioni relative alla dinamica dei prezzi al consumo. Tutto ciò, insieme ad alcuni fattori positivi di recupero di produttività, hanno comportato il riconoscimento, da parte di ARERA, di un incremento complessivo fino al 9,6% in più rispetto alle entrate approvate per il 2023.
All’Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici e rifiuti (ATERSIR) spetta poi il compito di definire i criteri con i quali applicare i coefficienti per la determinazione del limite di crescita delle tariffe, così come previsto dal nuovo metodo tariffario (MTR 2). Un aumento che ATERSIR ha limitato al 4,96%, circoscrivendolo solo ad alcuni fattori di costo. Come detto, il Comune di Rimini è in grado di contenere ulteriormente questo aumento grazie all’impiego delle risorse (368.913 euro) derivanti dagli incassi sul recupero evasione maturati negli anni precedenti, confluiti nell'avanzo Tari, limitando dunque la maggiorazione al 4,15%, garantendo al contempo l’equilibrio economico-finanziario e quindi la gestione del servizio. Il Piano economico finanziario del 2024 prevede un gettito di 45,3 milioni (nel 2023 era 43,2).
Negli ultimi tre anni sono stati incassati dal Comune di Rimini grazie all'attività di recupero evasione Tari circa 7 milioni di euro, con un andamento in crescita (1,3 milioni nel 2021, 2,6 milioni nel 2022, 2,9 milioni nel 2023).