Scarsa partecipazione di candidati ai bandi per assumere personale medico e infermieristico
Nelle ultime settimane si rincorrono, un po' da tutte le parti del Paese, le lamentele dei territori e degli amministratori circa la scarsa partecipazione di candidati ai bandi per assumere personale medico e infermieristico. Di recente si è svolto un concorso in Campania per la copertura di 363 posti da dirigente medico nella medicina d’emergenza urgente a cui hanno preso parte appena 62 camici bianchi. È un dato allarmante, che parla da solo.
Questo fenomeno, che investe in maniera trasversale tutto il Paese, da Nord e Sud, è il sintomo di un malessere diffuso e strutturale, in cui si arriva a una situazione quasi paradossale per cui ci sono più posti disponili che candidati interessati.
È evidente che sempre più laureati in medicina, così come gli stessi professionisti già in attività, sono poco incentivati a lavorare nel sistema ospedaliero. Le cause di questa disaffezione, se così la vogliamo chiamare, sono molteplici, ma tra le più rilevanti sicuramente figurano gli stipendi non adeguati e condizioni di lavoro insostenibili, aggravate appunto anche dalla cronica carenza di organico. Questo 'quadro clinico’, ovviamente, non può che avere ripercussioni dirette sulla qualità dei servizi erogati e su quella che è una vera e propria spina sul fianco della sanità: le liste di attesa. Si sta creando una frattura profonda che mina uno dei pilastri della nostra società: l’accesso universale e gratuito alla sanità, come sancito dall’articolo 32 della nostra Costituzione.
Sul tema della sanità davvero non si può più rimandare: lo dico non per allarmismo, ma come constatazione di un dato di fatto. Se non si interviene rapidamente e in maniera strutturale, rischiamo di compromettere irrimediabilmente le capacità del nostro sistema sanitario di garantire un servizio pubblico efficiente e inclusivo.
È fondamentale che il Ministero della Salute predisponga un piano strategico che non soli affronti l’emergenza attuale, ma che abbia una visione a lungo termine. Occorre un investimento deciso per rafforzare la dotazione di personale medico e infermieristico, che passi attraverso nuove assunzioni, nonché misure che fermino la fuga dei neolaureati verso l’Estero e che tengano conto dell’emorragia di camici bianchi dovuta ai pensionamenti. In questo momento il nostro impegno deve essere collettivo e determinato: abbiamo davanti una sfida complessa, e la sanità pubblica è il cuore del nostro welfare.