Sulla necessità di regolamentare e governare il fenomeno
“Scatterà dal 1° gennaio, con uno slittamento in avanti di qualche mese rispetto alla data prevista di entrata in vigore, la legge che impone agli immobili destinati agli affitti brevi l’esposizione del Cin, il Codice identificativo nazionale. La misura, testata in via sperimentale solo in alcune regioni, consentirà di individuare in modo univoco ogni struttura ricettiva in Italia, allo scopo di tentare di garantire una maggiore trasparenza - anche rispetto al contrasto all’evasione fiscale e tutela del consumatore - a un settore che continua a registrare una crescita che pare inarrestabile.
Un fenomeno che tocca in maniera trasversale e imponente le principali città a vocazione turistica, in Italia così come in Europa, tanto che prolificano dibattiti sulle possibili misure da adottare e sperimentazioni nelle città per cercare di regolamentare questa tipologia di offerta ricettiva: dal divieto delle ‘key box’ nel centro storico di Firenze, alle scelte più drastiche operate dall’amministrazione di Barcellona, alle prese con una sempre più difficile convivenza tra cittadini e turismo di massa.
Anche nel territorio riminese, che vanta una storica e affermata tradizione nella ricettività alberghiera, stiamo assistendo ad una sempre maggiore crescita dell’offerta: a Rimini si contano 1200 immobili registrati sulla principale piattaforma di hosting, Airbnb, più del doppio di quanti se ne contavano nel 2019, anno pre Covid. Una crescita generalizzata: secondo una recente analisi di Confedilizia su dati ministero del turismo, ad agosto il tasso di utilizzo degli alloggi prenotabili tramite piattaforme online i Italia è stato del 42,3% mentre quello degli hotel del 38,7%. Un dato che dà l’idea di come questa tipologia di offerta risulti sempre più ricercata dai turisti e dunque di come sia necessario trovare modalità che consentano di integrare in maniera adeguata questa tipologia di offerta che risponde evidentemente ad alcune nuove esigenze del turista, in modo che non si crei concorrenza sleale e soprattutto facendo sì che si integri in maniera armonica sul tessuto urbano.
E’ noto che l’ ‘effetto airbnb’ sulle città è impattante per diversi aspetti, sia perché alimenta l’overtourism per quelle realtà in sofferenza sia, soprattutto, perché sta creando evidenti squilibri nel mercato immobiliare, con la carenza di alloggi destinati alla locazione a lungo termine ritenuta dai proprietari meno conveniente e a maggior rischio morosità, e quindi con crescenti difficoltà per famiglie, lavoratori, studenti universitari a trovare alloggi a prezzi sostenibili.
L’introduzione del Cin e delle conseguenti sanzioni fino a 8 mila euro per i proprietari che ometteranno di registrarsi è un primo passo per assicurare un maggior rispetto delle regole sotto il profilo fiscale e non solo. Così come è importante anche l’altra novità introdotta dalla norma, che prevede anche l’installazione all’interno delle abitazioni concesse in affitto breve di alcuni dispositivi per la sicurezza degli ospiti. Ora però serve agire su due fronti, prima di tutto i controlli a verificare il rispetto delle regole: stando ad una indagine riportata da Sky il 33% degli intervistati non sa dell’esistenza dell’obbligo del Cin, mentre il il 44% non ha ancora fatto richiesta per ottenerlo. Parallelamente però occorre lavorare in maniera più radicale sotto l’aspetto normativo, così come emerso anche alla recente assemblea Anci, per introdurre nuovi strumenti che consentano ai Comuni di regolamentare e governare il fenomeno".