Dichiarazione dell’assessore alla Protezione sociale, Kristian Gianfreda
“Nel territorio di Rimini abbiamo raggiunto in questi giorni la quota che sfiora le 5 mila registrazioni di profughi ucraini, di cui buona parte, però, nel frattempo, o sono tornati nel loro Paese natale, o sono stati trasferiti in altre città attraverso le procedure del Ministero degli Interni.
Resta il fatto che Rimini è stata la città in valore assoluto con più arrivi registrati in Italia. Penso sia dunque importante sottolineare il grande lavoro svolto dal nostro territorio nel dare una risposta immediata alla popolazione ucraina in un momento così drammatico. Nessuno, e dico nessuno, da quando è qui, si è ritrovato in strada o senza un tetto, situazione che, in periodi di estrema emergenza come questo, purtroppo, spesso, è tutt’altro che improbabile. Rimini, fin da subito, ha dato prova di un immenso ‘esercizio’ di accoglienza e ospitalità, riuscendo ad andare anche al di là della rigida gerarchia delle competenze, della dialettica ‘questo spetta a me, quello a te’, che molto spesso non è che un alibi per non assumersi responsabilità e far rimanere tutto immobile, così com’è. Da noi c’è stato uno scatto in più, una presa di coscienza collettiva, che, nonostante le inevitabili difficoltà e i soliti ‘ingombri’ burocratici, ci ha permesso di portare avanti un buon lavoro di squadra, in cui ognuno ha apportato un contributo fondamentale. Mi riferisco, ad esempio, al lavoro della Prefettura, all’aiuto del Ministero dell’Interno, alle famiglie che hanno aperto le loro porte di casa per offrire un posto letto, agli alberghi che hanno messo a disposizione le loro camere. E, ancora, al lavoro del Comune, tra cui l’avere creato il ‘Mir:Rimini per l’Ucraina’, un organo dedicato all’assistenza degli ucraini che sta svolgendo un servizio centrale soprattutto sul fronte delle consegne alimentari. Penso poi al mondo del terzo settore, architrave del nostro welfare, senza cui tutto non sarebbe stato possibile.
Certo, in tutto questo percorso, non sono mancati momenti di criticità, ma anche le situazioni più spigolose e complesse non hanno mai offuscato o tolto il focus dall’obiettivo primario, dalle vere priorità.
Sta facendo notizia anche il gesto di altruismo dei dipendenti del Comune di Rimini che hanno deciso di sottrarsi un’ora di stipendio dalle proprie buste paga per darlo ai profughi. Una chiamata alla solidarietà che sta crescendo di giorno in giorno, e che oggi conta 259 adesioni.
Spesso in politica sentiamo ripetere la frase ‘fare la propria parte’. In questo caso non è retorica, ampollosità, ma la realtà. Quella di una comunità che c’è stata fin da subito, che ha fatto appunto la propria parte, dagli organi ‘ufficiali’ fino ad arrivare ai cittadini.
Da pochi giorni, è anche online la piattaforma del Dipartimento di Protezione Civile che permette ai rifugiati (con sistemazione autonoma) di richiedere un contributo di sostentamento per sé, per i propri figli o minori di cui si ha la tutela legale. Una boccata d’ossigeno in più per gli ucraini, un altro tassello che si va a integrare all’insieme di azioni dei territori.
È bene infatti continuare a mantenere alta l’attenzione sulla questione e soprattutto cominciare a lavorare in prospettiva, sulla gestione della seconda fase di questa emergenza umanitari, che vedrà al centro l’aspetto dell’integrazione lavorativa e la domanda sul come governare il sistema assistenziale nel lungo termine. Un tema del quale ne discuteremo presto come amministrazione comunale, insieme alle altre realtà del territorio, per fare il punto sui nuovi orizzonti e le nuove attività da realizzare".
L’ufficio stampa