Considerazioni su decentramento amministrativo e partecipazione civica.
Co-creare, attraverso un metodo collaborativo e contributivo, soluzioni comunitarie orientate ad un interesse generale. Trovo sia questo il fine che accomuna, seppur con percorsi storicamente diversi, la storia più amministrativa del decentramento territoriale, a quella più recente ed innovativa legata alla partecipazione civica e alla co-progettazione.
Entrambi gli ambiti - decentramento amministrativo e partecipazione civica - sono da tempo al centro del dibattito riminese, anche a livello istituzionale. In entrambi i casi, sono di questi mesi alcune importanti novità che vanno considerate attentamente, perché in grado di portare un contributo sostanziale e dirimente al dibattito in corso; vediamo quali.
Decentramento amministrativo
La novità principale è quella che viene dalla I Commissione della Camera dei Deputati, che ha recentemente approvato le proposte di legge che prevede alcune modifiche al testo unico sull'ordinamento degli enti locali (TUEL) in materia di circoscrizioni di decentramento comunale, con l'obiettivo di estendere l'ambito dei comuni interessati a forme, obbligatorie o facoltative, di riparto circoscrizionale. Il testo definito al termine dell'esame degli emendamenti da parte della I Commissione, modificando l'art. 17 del TUEL (d. lgs. 267/2000), prevede sostanzialmente di abbassare da 250 mila a 120 mila abitanti, la soglia entro cui prevedere per legge l'istituzione delle circoscrizioni. Ad oggi, invece, in base alla legislazione vigente l'istituzione delle circoscrizioni di decentramento comunale è facoltativa per i comuni con popolazione inferiore a 250.000, mentre è obbligatoria per quelli con popolazione superiore.
La modifica dell’articolo 17 del TUEL, dopo il passaggio positivo in commissione, proseguirà nel suo iter amministrativo che prevede il passaggio prima alla Camera dei Deputati e, in caso di voto favorevole, quello successivo al Senato della Repubblica. In caso di voto positivo anche di Palazzo Madama, diventerebbe legge. Si tratta di un iter che stiamo seguendo con ovvio interesse, visto che Rimini passerebbe, in caso le modifiche diventassero legge, tra quelle tipologie di città che, per popolazione e dimensione, dovrebbero dotarsi per legge delle circoscrizioni comunali. La speranza è che poi vengano adeguatamente considerate, all’interno delle normative, anche le risorse necessarie per dare gambe al decentramento, ovvero spazi, personale, attività elettive.
Anche se le tempistiche non sono note è possibile, a livello previsionale, ipotizzabile che, in assenza di ostruzionismi, l’iter di approvazione possa terminare entro la fine dell’estate o l’inizio dell’autunno, comunque entro l’anno.
A questo punto, è del tutto occorre attendere l'esito dei lavori parlamentari; in ogni caso si può (anzi, si deve) cominciare a lavorare su un regolamento perché se viene approvata la legge la disciplina delle circoscrizioni sarà demandata allo Statuto e al regolamento.
A questo punto, visto l’eventuale impatto che avranno sulla città di Rimini, è evidente che occorra attendere l'esito dei lavori parlamentari prima. Se le modifiche verranno trasformate in legge, la disciplina delle circoscrizioni sarà demandata allo Statuto e al regolamento comunale, e in quel caso qualsiasi intervento fatto prima verrebbe di fatto sostituito.
A tal proposito l'articolo 6 del testo Unico degli Enti Locali recita: " Lo statuto, nell'ambito dei princìpi fissati dal presente testo unico, stabilisce le norme fondamentali dell'organizzazione dell'ente e, in particolare, specifica le attribuzioni degli organi e le forme di garanzia e di partecipazione delle minoranze, i modi di esercizio della rappresentanza legale dell'ente, anche in giudizio. Lo statuto stabilisce, altresì, i criteri generali in materia di organizzazione dell'ente, le forme di collaborazione fra comuni e province, della partecipazione popolare, DEL DECENTRAMENTO, dell'accesso dei cittadini alle informazioni e ai procedimenti amministrativi, lo stemma e il gonfalone e quanto ulteriormente previsto dal presente testo unico"
In tale eventualità sarà dunque il Consiglio Comunale ad essere coinvolto, essendo le modifiche statutarie sua specifica competenza.
Partecipazione
Ma attendere gli esiti di legge non significa stare fermi, anzi. L’esempio viene dal modo in cui questa Amministrazione comunale ha interpretato, sin dai primissimi mesi, il concetto di partecipazione civica attraverso un variegato sistema di coinvolgimento dei cittadini, dell’associazionismo e anche del terzo settore. la coprogettazione si è sempre più evidenziata come metodo per co-creare, attraverso uno spirito collaborativo e contributivo, soluzioni comunitarie orientate ad un interesse generale, magari favorendo forme di riuso creative e partecipative di rigenerazione urbana.
Un esempio? Il progetto "Ritorno all’Astoria” che, come Amministrazione comunale, abbiamo voluto fortemente presentare ai finanziamenti regionali per la partecipazione, non solo per l’importanza dello spazio in cui è sviluppato e a cui è dedicato, ma anche e soprattutto per il metodo che, favorendo forme di riuso creative e la partecipazione delle realtà del quartiere in cui è inserito, rende il progetto “aperto” e plurale. Una sperimentazione che sta dando ottimi risultati e che vorremmo riproporre, nelle forme e nelle modalità che saranno opportune, anche negli altri quartieri della città. Nessuna gestione, nessuna leadership, nessun processo up-down, ma un gruppo di cittadini e associazioni che lavorano insieme alle scuole e alle istituzioni, in un vortice che lega le idee ai processi, l’esito finali alle sperimentazioni di percorso.
Qualche numero per dare l’idea della portata delle azioni messe in campo. 800 questionari somministrati (di cui 530 agli studenti), 275 studenti incontrati, 40 cittadini presenti al primo laboratorio di cittadinanza, 15 associazioni (oltre a quelle promotrici) coinvolte.
Decentramento e partecipazione possono dunque, nella diversità dei loro percorsi e delle loro storie, contribuire ad aumentare il capitale sociale di una comunità e a valorizzare le risorse di cittadini, associazioni, enti e istituzioni locali. Un percorso che abbiamo avviato e che, in attesa degli iter normativi, stiamo testando in alcuni laboratori di quartiere. L’obiettivo è quello di ampliare gli ambiti di intervento e di partire a breve con una fase di ascolto nelle diverse zone della città per cogliere suggerimenti, istanze e proposte dei cittadini, con cui co progettare interventi e politiche di sostegno sociale e sviluppo civico, educativo e culturale nei territori.