La cerimonia per il 77esimo anniversario della Liberazione d’Italia.
Con un corteo partito dal monumento della resistenza del Parco Cervi, dove si sono ritrovate le autorità, le delegazioni partigiane, combattentistiche e d’Arma, gli studenti e diversi cittadini - per la consueta posa della corona - è iniziata verso le 10 la partecipata cerimonia commemorativa in programma per la festa del 25 aprile. Un corteo che poi è giunto fino in Piazza Cavour, dove hanno preso la parola il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad e la presidente di Anpi Rimini Silvia Zoli per l’orazione celebrativa.
L’intervento del sindaco Jamil Sadegholvaad
"Buongiorno,
In corteo abbiamo percorso i luoghi della memoria della nostra Città e abbiamo commemorato i partigiani e i militari vittime della guerra, senza dimenticarci i civili, nostri concittadini, caduti sotto le bombe; quei bombardamenti che dal 1° novembre 1943 hanno colpito la nostra città quasi ininterrottamente fino al settembre 1944 causando distruzione e morte. Distruzione in quanto Rimini è la città con più di 50.000 abitanti che ha riportato il coefficiente di distruzione più alto con oltre l’82% degli edifici distrutti o lesionati. Morte perché, come accennavo prima, oltre 600 sono stati i civili uccisi sotto i bombardamenti. Per tutto questo è stata concessa alla nostra Città la medaglia d’oro al valore civile.
Ma ora ci siamo di nuovo, sta accadendo ancora. E ce ne stiamo accorgendo ogni giorno, perché tutto quello che pensavamo non potesse più accadere fosse definitivamente alle spalle. Forse però è sempre accaduto, ad ogni 25 aprile dal 1945 ad oggi. Solo che avveniva lontano da qui, in Paesi dal nome impronunciabile o comunque distanti anni luce dalla nostra vita quotidiana. Oggi no. Gli echi vivi della guerra sono tornati ad invadere le nostre case, i nostri discorsi. E con questi tornare a chiederci, e perfino a dividerci, sul significato della parola Resistenza.
Non sono certo di quelli che distinguono tra una resistenza e l’altra: le forme sono diverse ma il senso resta quello di sempre. Forte, inequivocabile, non interpretabile.
La resistenza, in Italia, in Ucraina, nei paesi del mondo, è la direzione che si vuole dare alla propria esistenza. E proprio la parola Resistenza contiene in sé quel termine, esistenza. E’ un moto di persone, di gente, di popoli. Non ha nulla o poco a che fare con la geopolitica, le guerre combattute a tavolino nel nome dell’economia, dell’ambizione, della religione. Il 25 aprile, per noi, in Italia, ha un significato storico preciso. Oggi però torniamo a viverne direttamente e indirettamente i contenuti sulla nostra pelle. Siamo passati, purtroppo, dal piano della Storia a quello della cronaca. Quest’anno è difficile cantare Bella Ciao senza andare subito con la mente agli ucraini che nelle scorse settimane si sono svegliati e hanno ‘trovato l’invasor’.
Ciò non vuol dire essere contro il popolo russo, anch’esso vittima del suo leader.
Ma io mi auguro la pace: il fine ultimo della resistenza a ogni latitudine è la pace, la liberazione dalla guerra, dalla violenza, dalla morte, dai messaggi e dalle parole d’odio, dalla geopolitica che altro non è che l’abito più presentabile di istinti primordiali. Festeggiamo ogni anno il 25 aprile e non il 10 giugno, vale a dire quando- 82 anni fa- l’Italia entrò in guerra. In tutte le parti del mondo si celebra la liberazione, una liberazione perché quel giorno volle dire tornare a vivere in pace.
Oggi festeggiamo ma in un clima differente dagli anni scorsi. Proviamo quanto il passato possa essere presente. Scrive Tonino Guerra ‘Spesso l’orizzonte è alle nostre spalle’. Non dimentichiamolo. Solidarietà ai bimbi, alle donne e agli uomini del popolo ucraino.
Termino il mio intervento ricordando due avvenimenti:
- l’Adunata nazionale degli Alpini che si terrà a Rimini dal 5 all’8 maggio e che rappresenterà una grande festa di popolo e ringrazio gli amici Alpini per aver già cominciato a vestire a festa la nostra Città con il tricolore
- inoltre ieri si è festeggiato il 50° anniversario di nascita dell’Istituto per la Storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea di Rimini; tanti sono stati in questi anni i lavori di ricerca, le pubblicazioni, i convegni, gli approfondimenti curati dal nostro Istituto cittadino. Per questo colgo l’occasione per ringraziare, uno ad uno, i presidenti, i consiglieri, i ricercatori dell’Istituto per l’impegno profuso e per i risultati raggiunti.
Infine ringrazio l’Anpi, per la fondamentale e insostituibile collaborazione non solo per l’iniziativa di oggi, ma per la collaborazione quotidiana che da sempre garantisce alla nostra Istituzione, al nostro Comune, per mantenere vivo il valore della Resistenza e della democrazia.
Buon 25 aprile a tutti."
I prossimi appuntamenti
Il programma delle iniziative - realizzato in collaborazione con i comitati comunale e provinciale ANPI Rimini e l'Istituto per la Storia della Resistenza e dell'Italia Contemporanea – prosegue venerdì 29 aprile con l’incontro dedicato a Le stragi nazi-fasciste in Italia alla Sala convegni della Palazzina Roma di Piazzale Fellini (ore 17.30), che vedrà dialogare Marco De Paolis, Procuratore militare generale della Corte d’Appello di Roma e Paolo Pezzino, Presidente Istituto Nazionale Ferruccio Parri. Condurrà la conversazione Antonio Mazzoni, curatore del libro “Vittime e colpevoli. Le stragi del 1944 a Fragheto e in Valmarecchia” (Viella, 2022). L’iniziativa è organizzata in collaborazione con Il Borgo della Pace.