Prosegue con la valorizzazione della più antica testimonianza scritta di Francesco Moderati l’attività della Biblioteca di riscoperta della lingua madre.

Data di pubblicazione

Riscoprire la prima e più antica testimonianza scritta, finora nota, di dialetto romagnolo riminese attraverso la valorizzazione dell’opera di Francesco Moderati che ci riporta direttamente nella Rimini del primo quarto del Seicento.

La conoscenza del dialetto e dei temi della cultura neo-volgare con il rigore dell’analisi critica è uno dei compiti della Biblioteca Civica Gambalunga attraverso la conservazione, la valorizzazione e la possibilità di rendere accessibile al pubblico, attraverso la consultazione e il prestito, il patrimonio librario e documentario che documenta le prime apparizioni nella letteratura a stampa di testi in dialetto romagnolo.

Un viaggio alle origini della letteratura dialettale che il Comune di Rimini ha avviato da tempo e che prosegue ora attraverso l’acquisto di 50 copie dell’opera che contiene la ristampa di due commedie del XVII secolo, opera del riminese Francesco Moderati, contenenti alcune parti in dialetto riminese, con l’obiettivo di far emergere le conoscenze su tutti i frammenti letterari che documentano le prime apparizioni nella letteratura a stampa di testi in dialetto romagnolo, introducendo ulteriori elementi di conoscenza sulla figura di un oscuro letterato riminese del XVII secolo e sulla sua produzione teatrale rimasta sconosciuta ai più, con la città di Rimini (non quella coeva all’autore ma quella degli anni Quaranta del Cinquecento) a fare da sfondo alle storie.

Attraverso l’acquisto delle sue opere, la Biblioteca intende sostenere la conoscenza e la diffusione della pubblicazione di Moderati con un triplice obiettivo, direttamente connesso alle sue funzioni istituzionali: salvaguardare una rara testimonianza scritta di dialetto riminese del 17esimo secolo; restituire alla comunità, facilitandone lo studio, la conoscenza di alcuni aspetti della cultura e della civiltà letteraria riminese in uno dei secoli più rilevanti per la storia civile, culturale e artistica della città; recuperare al repertorio scenico del teatro dialettale riminese un sorprendente e inaspettato precedente storico.

Il dialetto è una lingua viva e il percorso di rivalutazione e di riappropriazione della lingua identitaria dopo gli anni del ripudio del regime dittatoriale, del dopoguerra e del boom economico, passa attraverso l'attività di studio e riscoperta delle origini di questa lingua mutevole, diversa da paese a paese, da quartiere a quartiere, capace di rappresentare l’essenza delle cose.

Dal 2019 il Comune di Rimini - partecipando al bando in attuazione della legge regionale del 2014 con la quale la Regione Emilia-Romagna sostiene iniziative e progetti finalizzati a promuovere e sostenere la salvaguardia e la valorizzazione dei dialetti dell’Emilia Romagna, quali parte integrante del patrimonio storico, civile e culturale regionale - ha realizzato diversi progetti a partire da Lingue di confine, la rassegna curata da Fabio Bruschi che, negli anni, ha acceso i riflettori sulle origini del dialetto, la lingua parlata e più legata alle radici della nostra terra, risalendo indietro nei secoli fino al momento della nascita delle lingue romanze, tra cui si inseriscono anche i dialetti delle diverse regioni italiane.

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Ultimo aggiornamento

25/02/2025, 17:53