Una ventina i casi riminesi nello scorso anno scolastico
A Rimini, nel corso dell’ultimo anno scolastico, sono stati circa venti gli abbandoni scolastici certificati, con almeno il triplo di casi recuperati nel corso dell’anno.
“L’amministrazione comunale, con il coinvolgimento dei servizi sociali – spiega Chiara Bellini, vicesindaca con delega alle politiche educative del Comune di Rimini - ha scelto una via diametralmente opposta a quella governativa, che con il decreto Caivano ne ha imboccata una unicamente repressiva. La nostra scelta si sta rivelando giusta, perché aumentano i recuperi, a fronte di dati fisiologici di abbandono che sono nettamente migliori che in altre parti del Paese. Coinvolgere i servizi sociali, attivare le reti di prossimitià, avviare un processo di incontro e confronto con le famiglie significa in molti casi ridare una possibilità alle loro figlie e ai loro figli. Noi vorremmo andare oltre, aiutando a creare nelle scuole un clima di benessere in grado di migliorare anche i rapporti tra scuola, famiglie, associazionismo,comunità”.
Ma aldilà dell’abbandono vero e proprio, il tema del benessere ci porta ad affrontare anche quello della dispersione implicita, ovvero quelle ragazze e quei ragazzi che, pur ultimando il ciclo di studi dimostrano di non avere sviluppato competenze adeguate nei test invalsi. A livello nazionale, dopo l’aumento in pandemia, la dispersione scolastica è scesa ai livelli pre-covid, ma il recupero non è completo in materie chiave come italiano e matematica.