Mercoledì 27 settembre la cerimonia al Galli e la festa in piazza per la consegna del dossier.
Il percorso di Rimini capitale italiana della cultura 2026 si avvia verso il suo momento simbolicamente e concretamente più importante: l’invio al Ministero del dossier di candidatura, il documento che vuole indicare la rotta che Rimini ha scelto per il suo domani. La data è mercoledì 27 settembre, giornata che l’Amministrazione Comunale ha deciso di celebrare con una serata di festa, dal pomeriggio fino a mezzanotte: prima una cerimonia ufficiale, poi musica, spettacoli, arte, per stare insieme e per sottolineare l’importante lavoro di confronto, progettazione, visione che la città sta compiendo su se stessa.
Un cammino che Rimini non compie da sola. Il percorso di candidatura è diventato infatti l’occasione per raccogliere attorno ad un progetto la voglia di rinascita di una Romagna ferita da un’alluvione che ha lasciato ferite, ma che non ha intaccato lo spirito fiero, il senso di comunità, la voglia di ripartire di un’intera terra. “Un territorio che non solo non vuole arrendersi, ma anzi riprogetta il suo domani sul valore della sostenibilità, dell’arte, di una storia comune tra le nostre popolazioni”: è questo un passaggio del “manifesto” firmato dai comuni di Ravenna, Cesena, Forlì, Faenza, Lugo con i quali si condivide l’idea sostenuta dalla Regione Emilia Romagna di fare di questa candidatura di Rimini, la candidatura di Rimini e la Romagna a capitale italiana della cultura. Un progetto appoggiato anche dalla città di Carpi, che poche settimane fa rinunciato alla sua candidatura per sostenere quella di Rimini.
Ci saranno quindi anche i rappresentanti dei Comuni di Ravenna, Forlì, Cesena, Faenza, Lugo, oltre all’assessore alla cultura della Regione Emilia Romagna Felicori, al momento ufficiale di invio del dossier, previsto mercoledì 27 settembre al Teatro Galli a partire dalle 18 al quale interverranno il sindaco Jamil Sadegholvaad, le direttrici artistiche della candidatura Francesca Bertoglio e Cristina Carlini, il coordinatore della candidatura Paolo Verri. Dopo gli interventi istituzionali, la parola passerà alla musica, nel segno di una “Romagna nostra” che vedrà protagonisti artisti, ballerini, performer di tutto il territorio.
“La festa del 27 settembre va intesa non come un evento spot, ma come la volontà di riconoscere lo sforzo compiuto in questo ultimo anno che ci ha visti impegnati sulla candidatura - sottolinea il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad - Un percorso amministrativo e di progettazione durante il quale sono stati piantati alcuni importanti semi che devono diventare fiori e frutti di qui in avanti. Il primo è il confronto importante con le sue componenti culturali, che vogliamo diventi sempre più strutturale. I dubbi e la dialettica non sono mancati, negli ultimi mesi come negli ultimi anni ma quello che adesso deve essere valorizzato è la volontà di un cammino insieme per pensare al futuro. Il secondo è l’adesione alla candidatura prima dei Comuni della provincia di Rimini e poi di quelli delle principali città della Romagna: non è un risultato politico, ma la dimostrazione di come la cultura possa essere fattore aggregante, più forte delle tentazioni campanilistiche. Oggi questa volontà di fare sistema non è solo una pratica virtuosa, già avviata con Romagna Next, ma diventa un simbolo di speranza per la Romagna, che nonostante un presente e un futuro molto complessi non rinuncia a immaginare il suo futuro. Come è ben espresso nella chiusura del “manifesto” sottoscritto da Ravenna, Forlì, Cesena, Faenza e Lugo ‘nella candidatura di Rimini e la Romagna a Capitale Italiana della Cultura 2026, la Regione e la Romagna intravedono lo spirito di una rinascita che non sarà solo per l'oggi ma soprattutto per il domani. Di questi luoghi e dell'Italia intera”.
La Romagna nostra
A simboleggiare questa “Romagna nostra” è anche un video, che sarà mostrato al termine della cerimonia al Galli, costruito attorno ad alcuni degli elementi identitari della nostra terra: Secondo Casadei, il liscio, le piazze, le sue eccellenze culturali. E’ stata scelta “la” canzone, “Romagna Mia” nella versione di Federico Mecozzi al vìolino, con Anselmo Pelliccioni al violoncello, Massimo Marches al mandolino, Stefano Zambardino alla fisarmonica, Tommy Graziani alle percussioni. Le immagini sono state girate a Lugo in Piazza Baracca, in Piazza del Popolo a Faenza, al Monumento ai caduti in piazzale della Vittoria a Forlì, alla Biblioteca Malatestiana di Cesena, alla Tomba di Dante a Ravenna e Castel Sismondo, in Piazza Malatesta a Rimini, con la regia di Riccardo Marchesini. A danzare per questa speciale Romagna Mia, i ballerini Virginia della Balda e Mirko Mosca.
La festa del 27 settembre
La presentazione del dossier di candidatura a Capitale della Cultura 2026 sarà festeggiata con una festa nel cuore del centro storico. Una maratona musicale dalle 19.30 a mezzanotte tra Piazza Cavour, Piazza Malatesta / Piazza dei Sogni e Arena Francesca da Rimini, dove si esibiranno artisti riminesi e romagnoli, in rappresentanza delle cinque città che hanno sottoscritto il manifesto. Sul palco allestito nella piazza dei Sogni dalle 19.30 alle 21.30 il Quartetto EOS con Massimo Marches e Stefano Zambardino, accompagneranno le esibizioni di Filippo Malatesta, Cristina Di Pietro, Sergio Casabianca, Andrea Amati, Francesca Romana Perrotta, Lorenzo Semprini e altri in un omaggio alla canzone d’autore italiana. In contemporanea poco lontano, sul palco Arena Francesca da Rimini lo spazio sarà per band e cantautori dalla Romagna: Gianluca Lo Presti, Dates, Fratelli e Margherita, Francesco Pisaneschi feat. Astray, Marco Vorabbi e le dovute precauzioni, Luca Fol, Daniele Maggioli, Antonio Ramberti & Alfredo Nuti dal Portone. A seguire sullo stesso palco, dalle 21.30 a mezzanotte, la scena Jazz, Funk e Club Culture di Rimini, dal vivo con Calla MC+NSE, Funk Rimini e dj set.
La musica invaderà anche le vie del centro con Ariminum Swing Band, Rimini Swing Aviators e Rimini Jazz Club, mentre si accende l’atmosfera latina con le performance dei ballerini di tango delle scuole El tropezon, La Maquina Tanguera Rimini, Romagna Portegna, 2 Corazones Tango Accademia e con il flamenco delle scuole Viento del Sur e Tilt Danza.
Alla festa partecipano anche i Musei di Rimini, che resteranno aperti al pubblico oltre l’orario, con ingresso gratuito dalle ore 19 alle ore 23. Sono previste visite guidate straordinarie, anch’esse gratuite, ai tesori della città: Domus del Chirurgo, Teatro Amintore Galli, area archeologica del Teatro (ore 20.30 - 21.15 – 22), Fellini Museum, Biblioteca Gambalunga – Sale antiche (ore 20 - 21 – 22). Le visite sono gratuite con prenotazione obbligatoria, fino esaurimento posti (https://www.ticketlandia.com/m/musei-rimini). In programma anche le guidate teatralizzate proposte da InsoliTouRimini, con una doppia visita gratuita alla città (ore 16.30 e ore 20.30 prenotazione obbligatoria 339 2419406).
A sostegno della candidatura anche la CNA e i negozi, le botteghe, i ristoranti, i bar e le boutique del centro storico con un’edizione speciale di fine estate della Rimini Shopping Night.
Oltre che dai suoni, dalle voci e dai balli dei tanti musicisti e danzatori che interverranno, Piazza Cavour e Piazza Malatesta si riempiranno anche dei sapori dei prodotti enogastronomici del nostro territorio.
Vajonts 23
La Romagna che fa rete attraverso la cultura trova una prima importante occasione di espressione teatrale attraverso Vajonts 23, azione corale di teatro civile ideata da uno tra i più importanti esponenti del teatro civile Marco Paolini per il 60esimo anniversario della tragedia che costò la vita a duemila persone. Anche il Comune di Rimini e il Teatro Galli hanno aderito al progetto che coinvolge oltre 130 teatri in tutta Italia, lanciando a loro volta una chiamata a tutte le compagnie del territorio: hanno risposto 12 compagnie, per un totale di più di venti artisti, con il coordinamento e la regia di Teodoro Bonci del Bene. Un progetto di grande spessore che vedrà il Teatro riminese collaborare anche con le principali istituzioni teatrali della Romagna che hanno aderito a Vajonts 23, come Cesena, Ravenna, Lugo, Forlì e Bagnacavallo, per un racconto che non è più solo “una memoria e denuncia sociale, ma diventa una sveglia”.