Grido di allarme sul forte rallentamento delle attività diagnostiche.
Il grido di allarme lanciato solo qualche giorno fa da sindaci, medici e sindacalisti a tutela e difesa del sistema sanitario pubblico universalistico, ha ricadute concrete sulle attività portate avanti, tutti giorni, sui territori. Un esempio è quello della diagnosi, prevenzione e terapia dei tumori femminili. Un tema sanitario, ma anche un tema di “genere”, visto che spesso le attività di ricerca, prevenzione e cura sono portate avanti da equipe di donne, come nel caso di Rimini. Proprio loro, solo qualche giorno fa, sono state le protagoniste di un interessante iniziativa, inserita nel cartellone di “L’otto sempre” (il mese di iniziative a cura di Comune di Rimini e Rete Donne Rimini) e promossa da Rotary Rimini Riviera e Associazione Crisalide. Per l’Amministrazione comunale, che ha contribuito con un suo intervento, era presente la vicesindaca Chiara Bellini, che ha sottolineato l’opportunità data alle donne di approfondire dei temi di pubblica utilità in termini di prevenzione e diagnosi, ma anche di comprendere meglio come la sanità pubblica agisca per il bere della nostra comunità, in termini di ricerca, sperimentazione, diagnosi, e cure, ricordando con piacere che il reparto di ricerca di anatomia patologica di Rimini sia composto interamente da ricercatrici e medici donne.
Il grido di allarme si concretizza in “un forte rallentamento delle attività diagnostiche in campo oncologico, con conseguente incremento delle forme avanzate della malattia”, una battuta d’arresto nella lotta al cancro iniziata, dopo decenni di progressi, dalla pandemia in poi.
Le conseguenze le conosciamo e sono nefaste non solo dal punto di vista etico, sociale e sanitario, ma anche dal punto di vista economico. “È stima condivisa in ambito medico scientifico – come emerge dai dati di AIRTUM, Associazione Italiana Registri Tumori - che il 40% dei casi e il 50% delle morti oncologiche possono essere evitati intervenendo su fattori di rischio prevenibili, soprattutto sugli stili di vita e lavorando sull’attuazione dei programmi di screening oncologici”. È di pubblico dominio inoltre come una corretta e capillare operazione di prevenzione riduca i costi, ben più alti, legati alla cura delle patologie in stato più avanzato.
Ma se anche in un territorio virtuoso come quello dell’Emilia-Romagna si assiste ad una battuta d’arresto, vuol dire che il tema non è e non potrà essere locale, bensì nazionale. Gli “ammanchi” infatti sono di trasferimenti che il Governo sposta dallo Stato alle Regioni, queste ultime, con compiti di gestione della sanità pubblica. Se non arrivano le risorse dal Governo, la sanità rallenta, aldilà della bontà della sua gestione a livello locale. Questo non possiamo permetterlo, e anche questo incontro ci ribadisce la bontà dell’appello lanciato dal territorio romagnolo.
Questo aldilà e prima del virtuoso attivismo sociale e associativo del nostro territorio che, grazie all’attenzione di Rotary Rimini Riviera e dell’Associazione Crisalide - che è impegnata sul nostro territorio a sostegno delle donne operate di carcinoma mammario - sta curando una raccolta fondi - che sosteniamo e rilanciamo - al fine di consentire l’aggiornamento delle strumentazioni in dotazione ad AUSL Romagna per l’osservazione microscopica di tessuti e cellule, indispensabile per la diagnostica isto-cito-patologica (tecnicamente gestita dall’Associazione Crisalide).
Un bell’esempio di “donne per le donne”, in linea con il programma di “l’otto sempre”, iniziato l’8marzo con la premiazione e la menzione di quelle donne imprenditrici che mettono al centro l’occupazione di genere, che continua oggi con le ricercatrici, le dottoresse e le divulgatrici che studiano e curano i tumori femminili.