Riqualificazione e rigenerazione del quadrante lungo via Roma denominato "area nuova Questura".
“E’ uno dei pilastri che reggono l’intero programma di mandato 2021/2026. Per questo trovo giusto sottolineare l’importanza del processo partecipativo, cominciato proprio questa settimana in ordine a un fatto molto concreto: la riqualificazione e rigenerazione di quel quadrante di città collocato lungo via Roma che, per comodità e sintesi popolare, potremo definire ‘area nuova Questura’. E già questa definizione diventa persino buffa se si pensa che proprio ‘alla nuova Questura’, già costruita e inabitata da 16 anni, è legata una delle più grandi vergogne edilizie dello Stato italiano nella sua relazione con un privato. Nei giorni scorsi dunque il Piano Strategico, in collaborazione con Amministrazione Comunale ed Acer, ha allestito lì sul posto un ufficio mobile, che servirà a raccogliere i suggerimenti da parte dei residenti e dei cittadini sulla riprogettazione complessiva dell’area, interessata in una porzione da un programma di edilizia residenziale pubblica, finanziato con 6.5 milioni di euro dalla Regione. Trenta nuove case popolari insomma, costruite con gli strumenti e le soluzioni più innovative dal punto di vista ambientale, delle energie, dell’accessibilità, della sicurezza. Qualche anno fa qualcosa di simile si sarebbe definito ‘urbanistica partecipata’. Oggi si allarga il raggio, coinvolgendo chi lì vi abita a individuare come quel quartiere potrebbe e dovrebbe svilupparsi. Dalle prime indicazioni emerge un approccio molto ‘sostenibile’ da parte dei cittadini che evidentemente condividono l’idea di uno sviluppo che non passa forzatamente da colate di cemento e costruzione di nuove superfici commerciali. Quella è un’area strategica per Rimini e per la quale Rimini dovrà definire una proposta che metta l’alta qualità della vita, il verde, una mobilità moderna, la disponibilità di servizi di comunità al primo e esclusivo posto.
Con questo nuovo metodo partecipativo, l’amministrazione comunale poi si muoverà allorchè dovrà riprogettare altre grandi aree sotto utilizzate o peggio a rischio degrado: dico, a semplice titolo esemplificativo, ex area Ghigi lungo la Superstrada di San Marino o ex MOI lungo la via Emilia. E’ chiaro che nulla di questo potrà essere portato avanti senza una interlocuzione chiara e trasparente con i soggetti privati, proprietari di queste aree. L’amministrazione comunale in tal senso ha dato e dà la massima disponibilità al confronto. Un confronto che, per dar seguito e continuità a una linea amministrativa e programmatica che vogliamo proseguire anche nei prossimi 5 anni: stop alla cementificazione e a uno sviluppo che mette in second’ordine l’interesse pubblico”.