Un quadro complesso, dove a fianco di elementi positivi (crescita occupazionale, riduzione della disoccupazione) se ne innescano altri critici (su tutti, il gap occupazione di genere, tra uomo e donna), in una situazione di sostanziale ripresa, seppur ancora lontana dai livelli pre pandemici. Questa l’estrema sintesi del report pubblicato ieri dalla Regione Emilia-Romagna, su elaborazione di dati Inps e Istat.

Nel 2021, in Emilia-Romagna, così come nel resto del Paese, l'occupazione torna a crescere dopo la forte contrazione provocata nel 2020 dagli effetti dell'emergenza sanitaria globale e dalle misure per il contenimento della pandemia. La risultante media annua 2021 è la sintesi di due dinamiche opposte (una prima parte che ancora risentiva della crisi sanitaria, una seconda con un continuo trend di crescita e sviluppo), concluse con un aumento dell'occupazione di 12 mila unità rispetto al 2020 (+0,6%). Nonostante i segnali incoraggianti dell'ultimo anno, non è stato di conseguenza recuperato il livello occupazionale prepandemia. A tale andamento dell'occupazione si accompagna una sensibile riduzione dei disoccupati, 9 mila in meno rispetto al 2020 (-7,3%), mentre, sempre sul 2020, rimane sostanzialmente stabile il numero degli inattivi.
Sempre a livello regionale, su un totale stimato di un milione e 978 mila di occupate e occupati, le donne sono il 44,5% del totale, mentre sono la maggioranza, il 60,2%, tra coloro in cerca di occupazione in Emilia-Romagna.

la situazione riminese

Quelli presentati dalla Regione Emilia-Romagna non sono dati scorporati per province, ma se prendiamo come riferimento quelli presentati dalla Camera di Commercio della Romagna un mese fa, è possibile fare qualche riflessione specifica sul territorio riminese. Si tratta di dinamiche in linea con quanto presentato a livello regionale, con la conferma di un aumento del tasso di occupazione ( dal 63,2% del 2020 al 65,8% del 2021), la diminuzione di quello di disoccupazione (che scende dal 10 al 7,4%) ma anche l’aumento del gap nel tasso di disoccupazione: 9,2% per le donne (-1,8%) e 5,9% per gli uomini (-3,3%).
 

Se da una parte, dunque, ci sono i segnali di una costante ripresa, seppur ancora lontana dai livelli occupazionali di qualche anno fa, si è però ampliata la forbice di genere a svantaggio delle donne, sia nel momento di crisi del mercato del lavoro, sia nella fase di ripresa.

Lavoro, una visione di sistema

Ma il lavoro non è fatto solo di numeri e dati, perché innervato di storie e vite diverse, ognuna con la sua specificità. Per questo il lavoro è anche legalità, dignità e sicurezza (a proposito, nel 2020 sono stati 3.018 gli infortuni in provincia di Rimini con un indice di rischio elevato, tra i più alti in regione) .
Sono temi su cui non possiamo lavorare a compartimenti stagni, ma devono essere inquadrati in una visione comune da parte di tutta la comunità. Come Amministrazione lo abbiamo ricordato poche settimane fa, attraverso un consiglio comunale dedicato al tema della legalità e del lavoro. Torneremo a farlo e, nella realtà di ogni giorno, lo stiamo già facendo incontrando imprenditrici e imprenditori, associazioni di categoria, sindacati, ma anche tante e piccole storie di lavoratrici e lavoratori, disoccupate o disoccupati, ognuna diversa.

La consapevolezza dei ruoli e delle responsabilità che, sul tema lavorativo, afferiscono in particolare allo Stato e alle Regioni, non deve infatti essere una scusa per delegare un protagonismo che il territorio deve invece tornare a rivendicare e a ricostruire, a partire dal concetto stesso di cultura del lavoro.