Dichiarazione dell’assessora al Demanio Roberta Frisoni.
“L’ipotesi di rinviare la scadenza delle concessioni balneari avanzata da Fratelli d’Italia nell’emendamento al Milleproroghe appare con un maldestro tentativo di farsi paladini delle istanze degli operatori balneari a cui non servono palliativi, ma chiedono certezze dopo anni di rimpalli e di rinvii. Le stesse certezze che chiedono i Comuni, stretti tra l’incombenza di bandire le gare per le concessioni senza ancora avere i decreti attuativi per poterlo fare e la necessità di stimolare l’innovazione di un comparto che rappresenta uno degli assi portanti del prodotto turistico non solo della costa romagnola, ma dell’intero Paese. Da quello che si apprende in queste ore non è chiaro se l’ennesima proposta di proroga arrivata dal partito della premier Giorgia Meloni sia solo il frutto di una iniziativa estemporanea o nasca da un contatto avviato con le istituzioni europee su una materia che vede il nostro Paese come osservato speciale; guardando però i costanti richiami che arrivano da Bruxelles, appare improbabile che la volontà di cancellare il termine di dicembre 2023 fissato peraltro da una sentenza del Consiglio di Stato possa essere accettato senza un battere di ciglia.
Attendiamo quindi di capire quali siano le intenzioni del Governo e soprattutto chiediamo che, invece che tentare di spostare sempre più in là un confine che prima o poi bisognerà oltrepassare, si lavori concretamente insieme alle regioni e ai comuni per il riordino della materia, stabilendo un quadro normativo che possa garantire agli operatori la possibilità di lavorare e investire e ai Comuni di interfacciarsi con i privati per dare basi solide al futuro del settore balneare e quindi del turismo. A Rimini in particolare abbiamo scommesso sulla rigenerazione a 360 gradi dell’arenile, sia con la trasformazione urbana del Parco del Mare sia lavorando per il nuovo piano spiaggia, in fase di definizione.
Ancor di più in questo particolare periodo storico, abbiamo bisogno di certezze e concretezza. Per questo ritengo indispensabile che il percorso verso il nuovo assetto delle regole sia condiviso tra Governo, Regioni e Enti locali”.