Negli ultimi 10 mesi adottati 12 cani ‘senior’ del Canile Stefano Cerni.
Ha problemi di udito ed è ipovedente: sono alcuni ‘acciacchi’ legati all’età con cui Mya, Pitbull di 14 anni, deve convivere da un po’. Delle problematiche fisiche che tuttavia non l’hanno mai afflitta nell’anima, lei che è sempre rimasta una cagnolina dolce, vispa e piena di energia nonostante l’avanzare del tempo. Uno dei giochi che ama di più è ancora quello di raccogliere la pallina che le viene lanciata, oppure il tira e molla con la treccia, un’attività molto stimolante che consiste in un gioco bilaterale tra l’animale e l’uomo, dove il proprietario trattiene l’oggetto e il cane lo tira, così da rafforzare la relazione tra i due e aumentare la capacità di autocontrollo dell’amico a quattro zampe.
Mya, inoltre, forse proprio dall’alto della sua età, da quando è entrata al canile Stefano Cerni, a seguito di una rinuncia di proprietà, si è resa una ‘sorella maggiore’ per alcuni cuccioli un po’ troppo esuberanti: gioca con loro, li rincorre, e, come raccontano gli operatori e volontari della struttura riminese, quando esagerano, “li mette in riga”. Al Cerni è diventata un po’ la mascotte, integrandosi perfettamente e facendosi voler bene da tutti, ma la notizia più bella per questa pitbull è arrivata poche settimane fa. Per lei, infatti, si apre un nuovo capitolo: una famiglia del territorio, che si è innamorata di Mya a prima vista, ha deciso di accoglierla in casa, dove vive anche un’altra cagnolina, Martina, con cui è già inseparabile.
Quella di Mya è solo una delle ultime storie a lieto fine che ‘attraversano’ il canile di San Salvatore, dove destini che sembrano già scritti, un po’ a causa dell’età e un po’ a causa di qualche malanno fisico, hanno una svolta inaspettata. Soltanto negli ultimi dieci di mesi sono state 12 i cani 'senior’ che hanno fatto breccia nel cuore delle famiglie riminesi e che sono stati adottati, andando così incontro a un futuro nuovo, capace di riscattare le sofferenze e i dolori del passato legati a rinunce di proprietà o veri e proprio abbandoni.
“Il canile è sempre un punto di ripartenza per gli amici pelosi che entrano: quello che proviamo a fare, sia attraverso il lavoro diretto con i ‘Fido’ che attraverso le diverse iniziative pubbliche di sensibilizzazione sul tema di adozione, è quello di favorire un incontro di affetto e di armonia tra il cane e il potenziale proprietario - spiegano dallo Stefano Cerni -. La maggioranza dei cani che vivono da noi hanno alle spalle dei traumi non semplici da superare le cui ferite vanno rimarginate attraverso una cura costante: gli animali, come ripetiamo sempre, non sono peluche per adornare la casa, ma degli esseri viventi che richiedono tempo e attenzione. Per questo, le adozioni devono essere fatte con consapevolezza della scelta che si sta intraprendendo e senso di responsabilità, affinché si crei un legame autentico e profondo. Senza rischiare che improvvisamente uno decide che “non ne ha più voglia” del proprio cane: bisogna essere pronti ad amarli, proprio come loro sanno amarci”.
”Il fatto che ogni anno si registrino così tanti casi di adozione di cani anziani conferma ancora una volta il macro-lavoro ad opera dei volontari e degli operatori del nostro canile: un team rodato, formato da persone competenti e con una preparazione trasversale. Da un lato la capacità di educare i quattro zampe che arrivano in canile e rinforzarne i comportamenti corretti, e, dall’altro lato, grazie agli open day e alle numerose attività aperte alla cittadinanza, rompere alcuni preconcetti che ruotano intorno ai cani adulti e sensibilizzare gli adottanti sulla bellezza della convivenza con un amico a quattro zampe, a prescindere dalla sua età o malanno”, aggiunge l’assessora al benessere degli animali del comune di Rimini, Francesca Mattei.