La dichiarazione del Sindaco di Rimini
"E' difficile trovare le parole quando se ne va un amico, un maestro, una persona che ti è stata vicina fino al suo ultimo respiro, quasi preoccupandosi più di te piuttosto che della malattia che rapidamente lo sta consumando.
Potrei fermarmi qui e non sarebbe sufficiente per definire lo spessore umano e privato di Ermanno Vichi, il suo lato meno noto ma probabilmente più vero, sovrastato com'è dal profilo pubblico, enorme, indimenticabile, straconosciuto.
Ermanno è stato un gigante della politica riminese e non solo. Indubitabilmente. Un amministratore attento, capace e curioso. Sicuramente. Un uomo prestato al servizio pubblico per fede e convinzione, eccezionale nel comporre il quadro di conoscenze, progetti e relazioni per raggiungere l'obiettivo, anche a lungo termine. E il suo obiettivo è sempre stato Rimini, una città che viveva e amava profondamente, pur per l'anagrafe essendo nato a Novafeltria 82 anni fa.
Non tutti sanno che Ermanno Vichi prima di tutto 'nasce' come insegnante di Lettere. E questa sensibilità pedagogica, per chi lo conosceva bene, ne ha sempre attraversato l'impegno nella cosa pubblica. Una persona colta, che - sino all'ultimo giorno - non ha mai smesso di leggere, ascoltare l'amatissima musica classica o informarsi circa l'abilità di un pittore visto che era anche un ottimo collezionista ed esperto d'arte.
Del Vichi personaggio delle cronache pubbliche si conosce molto, quasi tutto. Venne eletto per la prima volta nel consiglio comunale di Rimini nelle fila della Democrazia Cristiana, anno domini 1975. Nei successivi 50 anni, non ha mai tradito neanche per un secondo la DC nel suo spirito originale (quello della sintesi per il bene comune e non della mediazione per il potere), al di là dei nomi, delle alleanze e dei rappresentanti che da un certo punto in poi cambiavano vorticosamente. E non ha mai tradito quell'imprinting politico, culturale, sociale pur ricoprendo diversi e importanti ruoli politici e istituzionale: parlamentare dell'Ulivo, primo, storico Presidente della Provincia di Rimini, consigliere regionale.
Uomo dalle letture politiche finissime, punto di riferimento per decenni di ogni dibattito o discussione riguardante le scelte, gli assetti, le relazioni politiche e amministrative, Ermanno riusciva a governare il presente, avendo ben presente però quale fosse il traguardo a lungo termine. Pochi giorni fa, ricordando la figura di Luciano Chicchi, è stato sottolineata l'importanza e la centralità di alcuni, pochi protagonisti locali nell'attrarre a Rimini la sede universitaria. Ermanno Vichi, insieme a Luciano Chicchi e Fabio Zavatta e a poche altre, era tra queste. Durante il suo mandato di presidente della Provincia, furono realizzate molte infrastrutture viarie che avevano lo scopo di unire la linea di costa a quella dell'entroterra. Uomini di quella DC che in tanti consideravano un partito esclusivamente dedito alla mera gestione del potere e alla conservazione, erano invece quelli che spesso si ponevano gli obiettivi più alti e ambiziosi, riuscendo poi a renderli tangibili.
Dalla mia elezione a sindaco, ho incontrato Ermanno almeno una volta alla settimana e tutte le settimane. Si parlava di tante cose, in lui era sempre acceso e rovente il sacro fuoco del presente e del futuro dell'Università a Rimini. Consigli preziosi e momenti divertenti perché celebre era la sua ironia, figlia di una cultura continuamente alimentata e sempre aperta e curiosa. Negli ultimi mesi ha affrontato la sua malattia con coraggio e, non mi viene altro termine, accettandone l'ineluttabilità attraverso la routine della normalità. Per lui, per le sue abitudini non è cambiato nulla fino alla fine. Solo un paio di settimane fa eravamo insieme per discutere ancora delle sorti dell'Ateneo.
Quando poche ore fa ho saputo della sua scomparsa, mi si è aperto un vuoto nel cuore. Ed è quel vuoto che solo un padre o gli amici veri sanno e possono colmare. Mi mancheranno i suoi consigli, ma soprattutto mi mancherà l'Ermanno privato, un oceano largo il doppio almeno rispetto al primo. Un abbraccio fortissimo alla sua splendida, adorata famiglia".