Mercoledì 15 novembre alle 20.30 l’allestimento dell’opera buffa prodotta in collaborazione con il Teatro Alighieri di Ravenna. Giovedì 16 novembre aggiunto un secondo matinée per le scuole (ore 9.30 e 11.30)
Un attempato scapolo borghese, la serva che lui stesso ha cresciuto, un servitore muto e solo all’apparenza stolto: sono i tre personaggi che danno vita a La serva padrona di Giovanni Battista Pergolesi, opera che fu presentata per la prima volta al pubblico il 5 settembre 1733 al Teatro San Bartolomeo di Napoli.
Un intreccio tra convenzioni sociali, giochi di seduzione e divario economico che rivive attraverso il linguaggio di YouTube, del cosplay e dello streaming grazie ad un nuovo allestimento in scena domani mercoledì 15 novembre (ore 20.30) al Teatro Galli di Rimini, coproduttore dello spettacolo con il Teatro Alighieri di Ravenna, che stasera ne ospita il debutto.
Un lavoro che pone al centro le nuove generazioni, protagoniste sul palcoscenico, in buca, dietro le quinte e che a quelle nuove generazioni si rivolge. In particolare con La serva padrona il Teatro Galli muove i primi passi di un percorso che vuole avvicinare i più giovani all’esperienza lirica. Un percorso che si apre sotto buoni auspici: in considerazione dell’elevato numero di richieste, è stato aggiunto un secondo matinée per le scuole a quello inizialmente programmato per giovedì 16 novembre (ore 9.30 e 11.30).
“In un certo senso anche il nostro teatro, pur se ottocentesco, ha un animo giovane, per quella seconda vita iniziata il 28 ottobre di cinque anni fa - sottolinea il direttore artistico della stagione musicale e lirica riminese Giampiero Piscaglia - per questo ci è data l’opportunità di sperimentare nuovi percorsi senza scontrarsi necessariamente con le abitudini consolidate di un pubblico della lirica, a volte ancorato a visioni strettamente tradizionali. Qui è possibile battere anche territori drammaturgici più coraggiosi, come avviene in alcune produzioni della Sagra Malatestiana, e come in questa coproduzione de La Serva Padrona, in piena stagione lirica, pensata da giovani, eseguita da giovani, rivolta ai giovani. Per quanto riguarda la fruizione, ci vuole molto tempo per costruire un rapporto non episodico con il pubblico dei giovani studenti e il nostro Teatro può iniziare solo ora a farlo. E’ stato sorprendente per noi trovarci di fronte a una domanda di partecipazione delle scuole, superiore ad ogni più favorevole previsione, con la necessità di prevedere una ulteriore seconda recita fra quelle dedicate ai giovani studenti”.
In scena al Teatro Galli saliranno i giovani cantanti Paolo Leonardi, Elena Salvatori e Sveva Pia Laterza, accompagnati dall’ensemble strumentale del Conservatorio Verdi di Ravenna diretto da Federico Ferri con Mirko Maltoni al cembalo e Alessandro Tampieri come primo violino.
Accanto al regista Roberto Magnani, che re-immagina il titolo per la nostra epoca e la nuova generazione di nativi digitali curandone anche scene, luci e costumi, Alessandro Tedde di Produzione Antropotopia è alla regia video e Beatrice Pucci, docente del corso di Applicazioni digitali per le arti visive dell’Accademia delle Belle Arti di Ravenna, coordina le video animazioni create dai suoi studenti. L’allestimento infatti si avvale di scenografie video, realizzate dagli studenti dell’Accademia in due tipologie, l’una digitale e animata principalmente con la tecnica del rotoscopio, l’altra con la più tradizionale tecnica stop-motion, in cui ogni pezzetto di carta prende vita fotogramma per fotogramma. Le nuove composizioni sono firmate da Gabriel De Pace e Damiano Ferretti, autori rispettivamente del Preludio e dell’Intermezzo su testo di Pierfrancesco Venturi.
Il regista Roberto Magnani immagina una Serva padrona interamente a misura d’adolescente, accompagnandoci nella camera da letto di uno streamer, Uberto, un ricco content creator dedito a dirette video sul suo canale Twitch. L’immaginario è quello tipico dei video che su YouTube trasmettono musica hip hop LoFi… computer sempre acceso e letto disfatto. Serpina – la serva che, in definitiva, la fa da padrona – è forse una donna delle pulizie o una governante oppure semplicemente una ragazza che vive nella casa di Uberto e, appassionata di cosplay, adora calarsi nei panni di una provocante cameriera.
Il gioco del travestimento e dello scambio dei sessi già caro a tanto Settecento, con il suo proliferare di ruoli en travesti, è rafforzato nella trasformazione del servo Vespone in una donna, che tanto muta non è: nel nuovo intermezzo, Vespone (o, a questo punto, Vespona?) prende parola e si rivela serva filosofa. A osservare e commentare azioni e baruffe dei tre personaggi ci sono centinaia di utenti abbonati che popolano la chat sul canale social di Uberto e che, al pari degli spettatori, si ritrovano a spiare il piccolo e buffo universo sul palcoscenico. A concludere la rappresentazione sono entrambi i duetti parte della tradizione esecutiva del titolo: per primo il duetto “Per te ho io nel core” scritto da Pergolesi nel 1735 per l’opera Il Flaminio e che nel Settecento divenne consuetudine sostituire all’originale duetto “Contento tu sarai”, che è invece eseguito per secondo.
Ingresso unico € 10.
Biglietteria Teatro Galli: Piazza Cavour 31, tel. 0541 793811
La serva padrona
Intermezzo buffo in due atti
musica di Giovanni Battista Pergolesi
libretto di Gennarantonio Federico Uberto, basso Paolo Leonardi Serpina, soprano Elena Salvatori Vespone (servo di Uberto, personaggio muto) Sveva Pia Laterza direttore Federico Ferri regia, scene e costumi Roberto Magnani luci Roberto Magnani e Marco Rabiti regia video Alessandro Tedde (Produzione Antropotopia) assistente alla regia Rosa Pitino assistente luci Giacomo Malaguti assistente regia video Niccolò Barbadoro trucco e parrucco Sofia Olivetti sovratitoli Ester Venturi assistente al palcoscenico Luca Galeati coordinamento video animazioni Beatrice Pucci realizzazione materiale video di animazione a cura di Elizaveta Sineva, Aziz Sydygaliev, Misho Stojanovski, Eva Petkovska, Francesca Fantoni, Rita AmadoriEnsemble strumentale del Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Ravenna
maestro al cembalo Mirko Maltoni violini primi Alessandro Tampieri, Nicholas Scherzoso, Pierfrancesco Venturi, Giulia Aurora Forlani, Serena Bosi violini secondi Jacopo Nucci, Federica De Divitiis, Vittorio Bagnara, Ilaria Gazzoli, Nika Zubac viole Luciano Bertoni, Eleonora Zerbini, Ginevra Ravagli violoncelli Paolo Ballanti, Leo Maiolani, Hao Long Chen contrabbassi Luca Bandini, Anna Tedaldi maestri collaboratori Domenico Bevilacqua, Ludovico Falqui Massida coproduzione Teatro Alighieri di Ravenna, Teatro Galli di Rimini, Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Ravenna in collaborazione con Ravenna Teatro e Accademia di Belle Arti di Ravenna.