La storia di riscatto del gatto Covi, un inno alla vita

Felino tigrato entrato al canile comunale Stefano Cerni

Data di pubblicazione

È un vero e proprio inno alla vita la storia del gatto Covi, un felino tigrato entrato al canile comunale Stefano Cerni tre mesi fa in una situazione di enorme difficoltà. Colpito da un forte trauma cranico probabilmente a seguito di un incidente su strada, il suo stato sembrava così disperato e compromesso che l’unica soluzione percorribile pareva essere l’eutanasia come via per risparmiargli ulteriori sofferenze. Tuttavia, contro ogni previsione, Covi ha a scelto di scrivere un capitolo diverso, dimostrando una forza d'animo straordinaria e lottando per la sua vita con una determinazione che ha stupito tutti. 

Alimentato forzatamente con una siringa per circa quattro settimane, il piccolo combattente ha iniziato a mostrare segni di recupero, nonostante girasse in tondo e avesse la coda insolitamente gonfia, chiari segni di danni neurologici e muscolari. A questo si aggiungeva anche il mancato controllo dell’uso della lattiera, un problema che si pensava potesse costituire un ostacolo a un’eventuale adozione in una casa. Eppure, giorno dopo giorno, Covi ha continuato a migliorare, rivelandosi un gatto incredibilmente affettuoso, che adora stare in braccio, giocare con le palline e, in particolare, godersi le coccole di chi lo ama. 

La svolta definitiva è arrivata però due settimane fa, quando il signor Beppe e sua moglie hanno deciso di accoglierlo a casa loro, dandogli tutte le attenzioni. Qui Covi ha persino imparato a salire le scale, ambientandosi perfettamente e ‘approfittando’ della corte interna per le sue ‘avventure’ all'aperto ma in sicurezza. Il suo nome è stato cambiato in Proust. 

Questa storia non è solo la cronaca di un recupero fisico, ma un appello all'adozione di gatti adulti e con particolari necessità, che spesso faticano a trovare una famiglia disposta ad accoglierli - è il commento dell’assessora al benessere degli animali del Comune, Francesca Mattei -. Covi rappresenta la speranza per molti animali che hanno affrontato situazioni simili e dimostra che, con amore e dedizione, è possibile superare anche le sfide più grandi. Per questo ringrazio, come sempre, il team del canile Stefano Cerni per l’enorme passione e professionalità che mette a disposizione della tutela e salvaguardia dei nostri amici a quattro zampe in difficoltà, stando tutti i giorni al loro fianco e cercando connessioni positive tra loro e la cittadinanza”. 

Ringraziamo chi, come il signor Beppe, sceglie di aprire il proprio cuore e la propria casa a questi esseri straordinari, offrendo loro una vita felice – dicono dal canile Stefano Cerni gestito dalla cooperativa Cento Fiori-. La storia del gatto Covi è un potente promemoria di come l'amore possa veramente fare la differenza, regalando una nuova speranza e un nuovo orizzonte agli amici pelosi a cominciare da chi si porta addosso il peso di traumi o incidenti”. 

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Ultimo aggiornamento

04/04/2024, 14:35