Si cercano insegnanti madrelingua nella comunità ucraina.
Corsi di italiano per mamme e figli e programmazione di attività extrascolastiche con le associazioni del terzo settore, oltre agli inserimenti scolastici. Queste le principali novità emerse questa mattina dall’incontro congiunto tra i rappresentanti di protezione civile, servizi sociali e servizi educativi del Comune di Rimini. Quello emerso è un quadro fluido, in divenire, ma su cui è già possibile fare alcuni ragionamenti di prospettiva. Il primo è che la soluzione dell’inserimento scolastico non possa essere la soluzione migliore per tutti i bimbi, e andrebbe valutata e ponderata caso per caso. Lo è se e dove nel contesto famigliare di origine, o in quello in cui sono inseriti, vi è già la presenza di persone con conoscenza di base della lingua italiana, in grado di agevolarne l’inserimento nelle attività scolastiche; non lo è se il bimbo, i parenti o il contesto in cui sono inseriti (pensiamo ad esempio agli alberghi) non sono nelle condizioni di dare un supporto di questo tipo. In questi casi si potrebbe lavorare su percorsi alternativi, come attività extrascolastiche di socializzazione e sportive. Discorso diverso è quello dei corsi di lingua italiana congiunti tra madri e figli, che possono essere comunque attività utili a prescindere dal livello di conoscenza della lingua da parte delle famiglie profughe.
A questo fine sono già stati avviati confronti, già in fase operative, sia con le associazioni del terzo settore, che con il CPIA, il centro provinciale di istruzione adulti.
In questo momento è anche partita una fase esplorativa, nelle comunità ucraine, ed un appello pubblico per trovare insegnanti disponibili ad aiutare nell’organizzazione dei corsi extrascolastici.
Oltre al tema della scuola per i piccoli, e dell’inserimento sociale delle famiglie, è stato fatto anche il punto sui servizi di sostegno, tra cui l’acquisto di derrate alimentari destinate all’ospitalità dei profughi e in corso di distribuzione.