Pubblicato il bando per la gestione del progetto di reinserimento sociale.
L’Assessore comunale Gianfreda: “Chi esce dal carcere non deve costituire un pericolo per sé e per la comunità: combattiamo la recidiva con l'inclusione”.
Migliorare la qualità della vita dei detenuti, così da arginare i casi di recidiva e facilitare l’attività di chi vi lavora a diretto contatto. Con una recente determina, l’amministrazione comunale ha pubblicato un avviso di istruttoria pubblica per affidare la realizzazione di un progetto di carattere educativo e preventivo finalizzato a favorire il reinserimento sociale degli ex carcerati, in modo da evitare che, una volta liberi, possano ricadere nello stesso tunnel, recando un danno a loro stessi e a tutta la collettività.
Le finalità del percorso è quello di aumentare le attività a favore dei detenuti organizzate dentro la Casa Circondariale di Rimini (in particolar modo per quanto riguarda le iniziative legate ai temi dell’intercultura e della genitorialità), attivare interventi volti a dare continuità allo sportello informativo all’interno del carcere con funzioni di ascolto, accoglienza, orientamento e accompagnamento, nonché di mediazione linguistica. Chi gestirà il progetto dovrà anche occuparsi del potenziamento del raccordo tra i servizi esterni e interni e, allo stesso tempo, sostenere nuove opportunità di formazione, educazione e riflessione a favore dei detenuti, con un focus particolare sulla valorizzazione dei lavori di pubblica attività. Nel progetto, inoltre, viene confermata la figura dell’operatore di rete, un supporto all’equipe della Casa Circondariale.
Il costo dell’intervento ammonta a 57 mila euro, di cui 40 mila euro finanziati dal progetto triennale ‘Territori per il reinserimento Emilia-Romagna' proveniente dalla Cassa delle Ammende con il co-finanziamento della Regione, e 17 mila euro finanziati dal Comune di Rimini all’interno del Progetto dei Piani di Zona per la salute e il benessere sociale 2023.
“Come ho già detto, chi sbaglia paga, ma deve anche avere la possibilità di rinascere. Il carcere assolve veramente la sua funzione se aiuta i detenuti a far sì che possano ricominciare, senza cadere negli stessi errori e ‘giri’ del passato - spiega l’Assessore comunale alla Protezione sociale, Kristian Gianfreda – Per questo è importante che la vita all’interno della Casa Circondariale sia caratterizzata da attività di carattere formativo, educativo, relazionale. Imparare una professione, studiare, perfezionare la propria conoscenza linguistica, imparare a confrontarsi con gli altri in maniera armonica, riallacciare i rapporti con i figli: sono solo alcuni esempi di percorsi promossi all’interno del carcere, fondamentali per porre le basi per un reinserimento vero ed efficace nella società da parte del detenuto. Una volta terminata la pena, infatti, l’obiettivo, la persona deve avere gli strumenti per poter ricoprire un ruolo attivo nella società: l’integrazione è infatti uno step fondamentale per scongiurare a monte eventuali episodi di delinquenza, criminalità o mancanza di rispetto verso la legge. Con questo progetto, come amministrazione, agiamo in maniera preventiva, mettendo in pratica veramente i principi della rieducazione e inclusione, affinché chi esce dal carcere non costituisca un pericolo per se stesso e per la comunità”.
La procedura di Istruttoria pubblica per l’attuazione del progetto prevede due incontri: il primo si è tenuto venerdì 27 ottobre, mentre il secondo è in calendario venerdì 10 novembre alle ore 10.30 presso la sede comunale dell’U.O. Sostegno all’Abitare e Inclusione Sociale, in via Massimo D’Azeglio, n. 13.