In Emilia Romagna si contano oltre 123mila addetti.
Il sindaco Sadegholvaad: “La bellezza e la creatività quali motori di innovazione e di lavoro: continuiamo nella trasformazione di Rimini quale nuovo polo culturale italiano”.
La provincia di Rimini si conferma tra le prime venti in Italia per incidenza nell’economia locale del numero di occupati nel Sistema Produttivo Culturale e Creativo. Il dato emerge dalla 12esima edizione del Rapporto “Io sono sono cultura”, la ricerca promossa da Fondazione Symbola che ogni anno si pone l’obiettivo di quantificare il peso della filiera culturale e creativa sull’economia del nostro Paese. Il rapporto, riferito al 2021, prende infatti in considerazione il Sistema Produttivo Culturale e Creativo, tutte quelle attività economiche che producono beni e servizi culturali (core) e tutte quelle attività che utilizzano la cultura come input per accrescere il valore simbolico dei prodotti, quindi la loro competitività (definite nello studio creative-driven), dal turismo alla manifattura.
Secondo il rapporto Rimini è tra le venti province dove più alta è l’incidenza percentuale dell’occupazione in campo culturale e creativo, pari al 6,2%, di cui il 3,5% legato alle attività core e il restante riferito alle attività creative driven. È l’unica provincia emiliano romagnola che compare nella classifica legata all’occupazione insieme a Bologna (6,8%). Guardando all’Emilia Romagna, il Sistema Produttivo Culturale e Creativo produce 7,3 miliardi di euro di valore aggiunto, il 5% della ricchezza prodotta dall’economia regionale. In termini di posti di lavoro, i 123mila addetti della filiera incidono per il 5,8% dell’occupazione regionale.
“Questi numeri sono utili a dare un’idea di cosa concretamente significhi investire sulla cultura come traiettoria di sviluppo e quanto l’industria creativa possa incidere in termini di ricchezza del territorio, di occupazione e di innovazione per interi settori dell’economia che si alimentano di queste competenze – commenta il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad – La bellezza come motore di crescita e di innovazione non è uno slogan, ma è una traiettoria precisa che a Rimini stiamo traducendo in opere e progetti, attraverso la riqualificazione e la creazione dei contenitori culturali: quelli già completati, dal Fellini Museum al Teatro Galli, quelli in corso e in partenza, dal completamento del sistema museale che abbraccia l’antico e il contemporaneo con i Palazzi dell’Arte di Rimini e il Museo della Città, agli interventi diffusi sull’importante patrimonio storico e artistico della città. Poli culturali attrattivi, capaci anche di trainare un turismo complementare e integrato a quello balneare, che sono alimentati da una filiera di competenze e creatività che al nostro territorio non mancano. Con questa consapevolezza, forti di questa vitalità culturale e di una nuova percezione che man mano si sta costruendo della nostra città, abbiamo l’ambizione di candidarci a capitale italiana della Cultura, con lo spirito di voler rimarcare una trasformazione in corso e che non vogliamo arrestare”.
Il XII rapporto fotografa un settore in ripresa dopo il contraccolpo del Covid, che torna ad avere un segno positivo, registrando un incremento del valore aggiunto tra il 2020 ed il 2021 del 4,2%. Il rimbalzo del 2021 però non ha permesso di recuperare il terreno perso e tornare ai livelli pre-pandemici, in particolare per quanto riguarda i settori afferenti alla sfera live.
Il Sistema Produttivo Culturale e Creativo in Italia dà lavoro a 1,5 milioni di persone che producono ricchezza per 88,6 miliardi di euro, di cui 48,6 miliardi (il 54,9%) generati dai settori culturali e creativi (attività core) e altri 40 miliardi (il 45,1%) dai professionisti culturali e creativi attivi (creative - driven). Un sistema formato da 270.318 imprese e 40.100 realtà del terzo settore (11,1% del totale delle organizzazioni attive nel non profit).