A Rimini la maggior crescita nel campo della distribuzione, bene gli scambi con l’estero e la produzione biologica. L’assessora Mattei: “Le politiche agricole al centro di una nuova pianificazione strategica”.
Le ripercussioni della pandemia sull’agricoltura e sull’intero sistema agroalimentare regionale sono state profonde, ciò nonostante arrivano segnali positivi sul fronte della produzione agricola e soprattutto delle potenzialità di sviluppo e di crescita del settore. È la fotografia dettagliata che emerge dal rapporto 2020 sul sistema agroalimentare dell’Emilia Romagna, realizzato in collaborazione dall’assessorato all’agricoltura della Regione e dall’Unione regionale delle Camere di Commercio dell’Emilia-Romagna e che oltre a fornire un quadro generale del contesto italiano e regionale, fornisce indicazioni utili sullo stato di salute del comparto nei capoluoghi di provincia. Così come per le altre realtà regionali, anche per Rimini ne emerge uno spaccato con qualche criticità e altrettanti segnali di tenuta.
Secondo le stime della Regione il valore della produzione agricola si è attestato sopra i 4,5 miliardi di euro con una crescita di circa l’8%, dato confortante considerato il contesto emergenziale. Tra i dati contenuti nel rapporto emerge come l’occupazione nel settore mostri un trend anticiclico rispetto al resto dell’economia stravolta dal Covid, registrando un miglioramento rispetto ai livelli occupazionali pre-pandemia, con una crescita significativa di 10 mila occupati, pari al +13,9% rispetto ai due anni precedenti. Per Rimini, l’occupazione agricola ha un’incidenza sull’occupazione complessiva del 2%, più contenuta rispetto alle altre province per la vocazione più orientata all’indirizzo produttivo turistico.
Secondo i dati Istat nella classificazione ATECO sono sei su nove le province che nel 2020 presentano un saldo positivo rispetto all’andamento degli scambi con l’estero di prodotti agro-alimentari regionali. Tra le province col segno più anche Rimini, che dal 2018 fa segnare un saldo positivo.
Sulla base dei dati Nielsen aggiornati a luglio 2020, l'Emilia-Romagna si conferma come una delle realtà distributive leader a livello nazionale: i dati relativi alla densità dei punti vendita evidenziano come la superficie di tutte le tipologie sfiori i 293 mq ogni 1000 abitanti. La sostanziale saturazione del mercato non ha comunque impedito un’ulteriore crescita della superficie di vendita (+1,4% nel 2020), crescita che ha interessato tutte le provincie, con la sola eccezione di Forlì-Cesena. Nella provincia di Rimini si è registrata l’aumento più consistente della regione per superficie di vendita (+9,2%), dovuta alla crescita di tutte le tipologie che caratterizzano la struttura distributiva dei centri della riviera romagnola: discount (+14,4%), supermercati (+13,1%) e, in controtendenza rispetto al dato generale, anche le superette (+15%), i piccoli negozi-supermercati affiliato però ad una insegna della grande distribuzione organizzata. Nonostante questo trend, la provincia di Rimini si conferma ultima in regione nella diffusione delle strutture distributive, con 228 mq ogni 1000 abitanti considerando tutte le tipologie, contro una media regionale di 293.
Altro dato riguarda l’agricoltura biologica: la provincia dove è maggiore l’incidenza delle superfici condotte a biologico è Forlì-Cesena, segue Rimini che si attesta al 25%.
“Nonostante la fase non semplice per gli effetti della pandemia sull’economia del Paese, il settore agricolo mostra grandi potenzialità di sviluppo, anche e soprattutto nel nostro territorio – commenta l’assessora all’agricoltura del Comune di Rimini Francesca Mattei – Penso in particolare agli ambiti più legati alla vocazione turistica e terziaria della nostra città, ripensando all’attività agricola non solo come produzione fine a sé stessa di beni di consumo, ma come motore per far crescere l’economia a 360 gradi e valorizzare il territorio. Credo che proprio partendo dalla vivacità del nostro tessuto di piccoli imprenditori e dalle potenzialità della nostra terra si possano ripensare in maniera radicale le politiche agricole per la nostra città. L’agricoltura e le sue direttrici di crescita possono essere al centro di una pianificazione strategica capace anche di incrociare la programmazione urbanistica della nostra provincia. Potrebbe essere un’opportunità ad esempio per evitare che la progettazione delle grandi opere viarie vadano a compromettere in maniera irreversibile interi campi. È necessario un cambio di prospettiva”.
“Importante anche il dato sul biologico, con Rimini al secondo posto in regione – conclude l’assessora – Un buon risultato che deve essere da stimolo per continuare a incentivare la conversione della produzione, per ridurre l'impatto ambientale e rendere la nostra città sempre più sostenibile”.