La Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini e il Comune di Rimini firmano un nuovo accordo per il deposito delle opere più importanti della Fondazione al Museo della Città “L. Tonini”.
Alla luce della realizzazione della nuova Galleria Buonadrata da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini e della decisione dell’Amministrazione Comunale di rimini di ristrutturare gli spazi Museali, Fondazione e Comune di Rimini hanno ritenuto maturi i tempi per rinnovare l’accordo stipulato oltre 20 anni orsono, che prevede il deposito della parte più importante e preziosa della collezione d’arte della Fondazione presso il Museo della Città “L. Tonini”.
La costituzione, nel tempo, della collezione d’arte della Fondazione rientra nell’obiettivo generale di conservare e promuovere le opere che maggiormente contribuiscono a definire l’identità storica e culturale del territorio riminese e romagnolo. Fin dagli anni Novanta del secolo scorso, la Fondazione ha così concesso in deposito temporaneo al Museo della Città alcune delle opere più significative di sua proprietà con la finalità di consentirne una più ampia fruizione.
Ora, con la totale revisione del documento di deposito, le due parti hanno voluto adeguare alle normative vigenti in materia di beni culturali il documento, ma, soprattutto, hanno voluto rilanciare con forza un sodalizio culturale che mira a meglio custodire un patrimonio di questa rilevanza, ma anche a valorizzarlo e renderlo più efficacemente fruibile.
E questo, nell’imminenza della riapertura della sezione dall’Altomedioevo al Rinascimento che, radicalmente rinnovata, andrà a rivoluzionare il percorso di visita del museo cittadino. Di questo segmento del Museo, le opere del Trecento riminese della Fondazione, ovvero le tavole di Giuliano e Pietro da Rimini, di Giovanni Baronzio, del Maestro di Montefiore Conca, costituiscono un nucleo essenziale per rievocare la grandezza di questa stagione straordinaria, un momento che vide Rimini gareggiare con centri artistici del calibro di Firenze, Siena e Bologna.
Ma non si limitano a questi i tesori della Fondazione esposti in Museo: altre e pregevoli sono le testimonianze storiche e artistiche che spaziano dal Quattro al Settecento, da Giovanni Francesco da Rimini a Benedetto Coda, dalle ceramiche e alle medaglie malatestiane fino al grande Guido Reni.
Un percorso nel percorso, composto da 16 dipinti e 56 ceramiche e medaglie, che si affiancano alle testimonianze artistiche presenti in museo andando a costruire un’occasione unica per apprezzare la grande civiltà figurativa riminese e romagnola nel corso dei secoli.
“Proprio con il Comune di Rimini, nel Museo della Città, siamo qui oggi, a distanza di venti anni, per rinnovare la convenzione e concordare così ulteriori forme di valorizzazione di quello che è un patrimonio a disposizione di tutti, nel più generale obiettivo di favorire la crescita culturale della città e del suo territorio. Con il rinnovo della convenzione di affidamento di gran parte delle opere d’arte di proprietà della Fondazione al Museo L. Tonini, il rapporto di sinergia e di collaborazione con il Comune di Rimini diventa più solido e coerente.” queste le parole di Mauro Ioli, Presidente della Cassa di Risparmio di Rimini”.
"Proprio oggi leggevo, a proposito del futuro delle città italiane, che la strategia complessiva non può prescindere dalla sinergia tra pubblico e privato - è il commento del sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad-. È finito il mito dell'autosufficienza o peggio della ricerca della prevalenza di una componente sull'altra: se nessuno si salva da solo, allo stesso modo nessuno garantisce in solitaria il futuro di una città o di una Nazione intera. Il rinnovo, dopo 20 anni di questo accordo con la Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, che ringrazio a nome della comunità, non è dunque un semplice passaggio tecnico ma rientra in quel percorso di valorizzazione della cultura che va oltre la competizione della Candidatura per il 2026. L'obiettivo è quello di potenziare, completare e costruire ex novo quelle infrastrutture culturali strategiche, capaci di fungere non tanto e non solo da attrattore turistico di "città d'arte" ma di rendere gli stessi riminesi protagonisti di una nuova forma di partecipazione, basata sulla consapevolezza che storia e arte sono ancora il propellente principale per guardare con fiducia al domani".