25 novembre giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Non esiste solo la prevenzione, così come una violenza o peggio ancora un femminicidio, non cessano di esistere dal momento in cui nessuno più ne parla. Esiste anche il dopo, spesso più difficile dello shock stesso del crimine. A pagarne le spese nella maniera più tragica sono le altre vittime innocenti dei femminicidi, i figli e le figlie.
Oggi, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il mio pensiero va a loro. Sono ragazzi e ragazze che ho incontrato più volte nell’arco di questo anno così tragico per Rimini, con tre femminicidi e un numero ancora troppo alto di violenze denunciate.
Ogni traiettoria è diversa, ma a tutti serve non solo un aiuto pratico, ma anche quel calore umano per farli sentire parte di una comunità più grande che non dimentica e, anzi, si prende cura.
È successo così con le figlie e i figli delle tre donne uccise quest’anno, con cui si è creato un legame rispettoso di confronto e disponibilità. Sono venuti a trovarmi in ufficio, e ogni tanto tornano a farlo, talora ci si è commossi insieme.
Certo, abbiamo attivato i nostri aiuti, chi attraverso i centri estivi, chi con il sostegno nelle spese scolastiche, chi attraverso sostegni di protezione sociale. In un caso, come Amministrazione, siamo intervenuti attivando le risorse della Fondazione emiliano romagnola per le vittime dei reati,presieduta dallo scrittore Carlo Lucarelli, una realtà unica nel suo genere.
Non esiste una cura a così tanto dolore, figuriamoci se possono bastare degli aiuti economici. Ciò che più conta, l’ho letto nei loro occhi, è trovare quel calore umano e quella vicinanza emotiva che serva a loro per sentirsi ancora, nonostante tutto, parte della nostra comunità.