I chiarimenti dell'Amministrazione comunale.
Data di pubblicazione
In merito agli articoli di stampa usciti oggi sul nuovo regolamento del lavoro agile introdotto dal Comune di Rimini, l’Amministrazione comunale precisa quanto segue, con richiesta di pubblicazione:
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In primo luogo, il nuovo regolamento esclude dalla possibilità di lavorare in remoto diversi profili professionali che hanno contatto diretto con il pubblico o con gli utenti (a solo titolo esemplificativo: insegnanti e personale educativo, polizia locale, personale di supporto agli organi istituzionali dell’Ente, il personale addetto all’Ufficio per le Relazioni con il pubblico e in generale alle attività di sportello). Sono inoltre esclusi i dirigenti e i dipendenti titolari di incarichi di posizione organizzativa.
- In secondo luogo, nell'ambito del predetto personale che può lavorare a distanza (che, va ribadito, è solo una quota dell'intero organico comunale), potrà accedere allo smart working al massimo il 20% dei dipendenti appartenenti a ciascun settore dell'Ente e ciò anche qualora tale percentuale non fosse stata raggiunta negli altri settori.
Si stima che con il nuovo regolamento potranno essere una quarantina i lavoratori a cui autorizzare lo smart working su circa 1.200 dipendenti comunali, con l’obbligo di garantire la presenza in ufficio almeno una volta alla settimana.
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Per attivare il lavoro agile occorrerà stipulare un vero e proprio contratto di lavoro ad hoc con il dipendente, attraverso la definizione di un piano che definirà gli obiettivi di risultato, nonché le modalità e i tempi di lavoro e naturalmente i criteri per la verifica dei risultati raggiunti.
- Infine, il nuovo regolamento privilegia pressoché esclusivamente il lavoro in presenza, al netto della limitata percentuale di smartworking. Con questo dispositivo infatti si vuole mettere a sistema una modalità di organizzazione e di gestione del lavoro che si è sviluppata nella fase emergenziale della pandemia e che oggi non vuole sostituire il lavoro in presenza, ma può rappresentare una opportunità in più per migliorare la produttività del lavoro pubblico e consentire ai dipendenti di conciliare al meglio le esigenze di vita e di lavoro.